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SVIZZERAReddito di base incondizionato? Il Consiglio federale dice no

08.04.16 - 16:11
Secondo il Governo avrebbe pesanti conseguenze sull'economia svizzera e sul sistema di sicurezza sociale
Reddito di base incondizionato? Il Consiglio federale dice no
Secondo il Governo avrebbe pesanti conseguenze sull'economia svizzera e sul sistema di sicurezza sociale

BERNA - Un reddito di base per tutti avrebbe pesanti conseguenze sull'economia svizzera e sul sistema di sicurezza sociale: lo sostiene il Consiglio federale che respinge quindi l'iniziativa "Per un reddito di base incondizionato" in votazione il 5 giugno.

L'iniziativa intende permettere a tutta la popolazione di condurre un'esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica. Il Consiglio federale condivide questo obiettivo, che riflette per altro valori fondamentali sanciti dalla Costituzione, ma tale mandato deve continuare a essere perseguito con l'attuale e ben sviluppato sistema di sicurezza sociale, ha affermato oggi il ministro socialista Alain Berset in una conferenza stampa a Berna.

Il testo chiede alla Confederazione di istituire un reddito di base versato senza contropartita a tutti. I promotori dell'iniziativa propongono 2500 franchi al mese per gli adulti e 625 franchi mensili per i minorenni.

Con un tale reddito, le persone che guadagnano meno o poco più di 2500 franchi non avrebbero più motivo di lavorare, sottolinea il governo. È il caso dei lavoratori a tempo parziale, prevalentemente donne.

Ne conseguirebbe una diminuzione di mano d'opera - anche di personale qualificato - che comporterebbe un indebolimento dell'economia svizzera, delocalizzazioni e al contempo un aumento del lavoro nero, secondo il Consiglio federale.

Senza contare che il reddito di base incondizionato genererebbe costi elevati: basandosi su dati del 2012, la Confederazione ha calcolato un totale di 208 miliardi di franchi all'anno. Una gran parte dei costi potrebbe essere coperta da prelievi sui redditi da attività lucrativa e da trasferimenti di prestazioni della sicurezza sociale. Per il fabbisogno finanziario residuo, pari a 25 miliardi di franchi, sarebbe necessario realizzare cospicui risparmi o aumentare considerevolmente le imposte, stima il Consiglio federale.

Una tassa sulle transazioni finanziarie, come hanno proposto i promotori dell'iniziativa, sarebbe facilmente aggirabile. Le società passerebbero per altre piazze finanziarie, ha sottolineato Berset.

Per il consigliere federale sarebbe un'esperienza rischiosa introdurre un tale sistema in un solo Paese. «Siamo nel cuore d'Europa aperto alla circolazione delle persone. Chi avrebbe accesso a tale reddito, a quali condizioni?». Contrariamente a quanto annunciato dai promotori, l'introduzione di un reddito incondizionato non permetterebbe di semplificare il sistema di sicurezza sociale elvetica. «In molti casi, persone vulnerabili necessitano di un sostegno più costoso dei 2500 franchi previsti», ha argomentato Berset.

Il reddito di base non potrebbe quindi semplicemente sostituire l'attuale sistema di assicurazioni sociali, frutto di una lenta e pragmatica evoluzione nel corso di decenni. Si aggiungerebbe a quest'ultimo rendendo la situazione più complicata.

La rete di sicurezza delle assicurazioni sociali è sostenuta dai Cantoni. Questi ultimi potrebbero essere reticenti a impegnarsi maggiormente per un sistema più complesso e più caro per loro, hanno detto Berset e Anne-Claude Demierre, vicepresidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali.

Additata dai promotori, che ritengono che ben presto non ci sarà più abbastanza lavoro per tutti, «la digitalizzazione delle attività professionali è una realtà e una sfida», ha ammesso Berset, aggiungendo tuttavia che le nostre società hanno saputo sempre adattarsi, per esempio alle rivoluzioni industriali e del lavoro.

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COMMENTI
 

SandroC 7 anni fa su tio
Parole come "stipendio meno di 2'500" e "personale qualificato" come possono stare nella stessa frase?

Ticino1976 7 anni fa su tio
E' necessario un cambio di paradigma per l'applicazione di questo nuovo sistema di reddito di base. Fondamentalmente, quando parliamo del problema di disuguaglianza e povertà, la maggior parte dei politici si concentra sempre e da troppi anni su produzione ed occupazione quali soluzioni, quando in realtà produciamo già molto più di quanto sia necessario e sostenibile, e sempre più persone si trovano senza prospettive realistiche di occupazione. La cruda realtà è che il lavoro della maggior parte delle persone non è o non sarà presto più necessario. All'alba della quarta rivoluzione industriale, ovvero i cambiamenti imposti dall'innovazione digitale, un recente studio ha confermato che ciò causerà nel giro di 5 anni la perdita netta di 5 milioni di posti di lavoro a causa di esuberi di mansioni non più necessarie. Alla luce di queste notizie siamo costretti a scollegarci definitivamente da una visione di politica economica ormai retrograda e a considerare questa nuova realtà il più presto possibile. Il reddito base è un mezzo di ridistribuzione della ricchezza e delle risorse ed una possibile soluzione logica e naturale al problema della disuguaglianza e della povertà globale, in quanto separa il concetto di sopravvivenza da occupazione e produzione. Già nel 1972 il Club di Roma pubblicò il noto “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, meglio noto come “Rapporto Meadows”, che prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente sul pregiudizio della produttività – cresci di più, produci di più e fai crescere l'economia. In un mondo già caratterizzato da sovrapproduzione e consumismo eccessivo, produrre e consumare ancora di più non sarà certo la soluzione ai nostri problemi. Questa rivoluzione risolverebbe non solo il problema della disuguaglianza e della povertà, ma avrebbe anche effetti positivi immediati in termini di sicurezza riducendo la criminalità e soprattutto aiuterebbe anche a combattere l'esagerato sfruttamento delle risorse, il cambiamento climatico, l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente, della flora, della fauna e le varie patologie croniche da esso causate. Il problema della disuguaglianza non è relativo al fatto che non produciamo abbastanza per soddisfare il fabbisogno mondiale, ma sta tutto nella distribuzione. Ora siamo nel 2016 ed è ora che ci diamo tutti una bella svegliata, e che si comincino a sperimentare alternative ed a pensare in base al concetto di una migliore distribuzione delle risorse piuttosto che in base alla produzione.

Don Quijote 7 anni fa su tio
L'organizzazione per la difesa dei diritti umani prevede anche quello di credere in qualunque cosa e in qualunque religione anche se assurde o insostenibili dalla logica e dal buon senso … una in più o in meno non fa differenza purché rimanga solo ideologia ... povera umanità!

SosPettOso 7 anni fa su tio
Con il vicinato che abbiamo, soprattutto noi ticinesi, bisogna prima costruire il muro che tanto voleva il Nano....

OCP 7 anni fa su tio
"Senza contare che il reddito di base incondizionato genererebbe costi elevati: basandosi su dati del 2012, la Confederazione ha calcolato un totale di 208 miliardi di franchi all'anno. Una gran parte dei costi potrebbe essere coperta da prelievi sui redditi da attività lucrativa e da trasferimenti di prestazioni della sicurezza sociale. Per il fabbisogno finanziario residuo, pari a 25 miliardi di franchi, sarebbe necessario realizzare cospicui risparmi o aumentare considerevolmente le imposte, stima il Consiglio federale. Una tassa sulle transazioni finanziarie, come hanno proposto i promotori dell'iniziativa, sarebbe facilmente aggirabile. Le società passerebbero per altre piazze finanziarie, ha sottolineato Berset." In teoria sarebbe una iniziativa allettante, ma nel passaggio dell'articolo che riporto sopra mi sembra che si spiega già bene che in realtà è irrealizzabile a meno che si ci si voglia davvero tirare la zappa non solo sui piedi... ma anche più su. Tutto bellissimo (a parte le controindicazioni inevitabili) ma cari iniziativisti... I SOLDI PER FARLO?!

GI 7 anni fa su tio
Correggetemi se dovesse aver capito male: una famiglia (padre, madre e due figli) riceverebbe "gratis omiris dei" fr. 10'000.- (diecimila franchetti) al mese dallo Stato ?? Se così dovesse essere: chi andrà ancora a lavorare poi ??

GI 7 anni fa su tio
Risposta a GI
leggasi "amoris".....scusate

nordico 7 anni fa su tio
Risposta a GI
I igli pronderebbero solo 800 fr. e quindi la famiglia intera solo ca. 6400 Fr. Alcuni pensano che questa sia un'idea ridicola, ma in realtà - come ben dice anche elvetico qui sotto, dobbiamo pensare a chi in futuro non avrà lavoro, e saranno tantissimi. Attualmente c'è una forte spinta verso l'automazione in tutti i settori, una seconda spinta viene dal "fai da te" e una terza dal fatto che la mancanza di lavoro porterà ad una maggiore delinquenza e ciò non è certamente auspicabile. Il RBI potrebbe essere una soluzione.

elvetico 7 anni fa su tio
Io sono contro questa iniziativa, oggi. Quando però capiterà che la robotica avrà sostituito in tutto e per tutto il genere umano nell'ambito del lavoro a livello mondiale e una massa di gente non avrà occupazione per guadagnarsi il pane (se ancora si mangerà pane) si dovranno chiamare i promotori e gli utilizzatori della tecnologia anti-uomo alla cassa affinchè tutti possano vivere ma forse troveranno il modo di suicidare la metà della popolazione mondiale per far ripartire da zero una nuova civiltà totalmente succube e utile come materiale di scarto.

bm51 7 anni fa su tio
Risposta a elvetico
Questo è un ragionamento che mi piace, purtroppo io non ci sarò più per raggiunti limiti di età.

Don Quijote 7 anni fa su tio
Risposta a elvetico
La rivoluzione industriale e il passaggio dall'aratro tirato da buoi al trattore meccanico hanno aumentato la produttività, i posti di lavoro e il benessere in generale. La robotica e l'automazione aumentano la produttività, la qualità e il benessere, creano nuovi posti di lavoro, più qualificati e più ben pagati. Il problema del lavoro per una fetta della popolazione è sempre lo stesso, in qualsiasi epoca e con qualsiasi tecnologia. Se dipendesse da queste persone, saremmo ancora nella preistoria a fare i nomadi, correndo dietro alla selvaggina e alle cavallette, morendo di stenti e malattie entro i 30 e 40 anni. Almeno oggi queste persone poco inclini a migliorarsi (forse impossibilitate geneticamente), usufruiscono d’indiscussi vantaggi creati dal progresso scientifico e tecnologico, hanno raggiunto anche loro una vita media di 80 anni e non devono correre per tre giorni nella prateria per rimediare un pasto e poi dormire in una caverna. Caro elvetico, la tua opinione è giusta e altruista ma va contro madre natura la quale si basa su un’unica legge, l’evoluzione, che prevede il miglioramento e di conseguenza la competitività e l’eliminazione dei deboli. Mettersi contro questo principio non ha senso, l’unica cosa che rimane da fare è l’adattamento.

elvetico 7 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Caro Donqui, è vero, hai ragione, ma come ho scritto si troverà il modo di suicidare la metà della popolazione mondiale, cioè come dici tu "l'eliminazione dei deboli". Ciò che io temo è che non sarà per una questione di adattamento secondo i principi di madre natrura bensì secondo i voleri di pochi predatori-dominatori. Se così sarà, allora sarà completamente contro l'umanità e quindi contro madre natura. Potrebbero scomparire - grazie ai robot inventati da noi che ci crediamo sempre più intelligenti di madre natura e della Vita - interi popoli, incluso il nostro. Il mondo, il pianeta rischia di divenire un immenso formicaio di schiavi e zombie al servizio di una élite che fa e disfa a piacimento incurante non solo della natura umana ma anche di tutta la natura in generale: un suicidio TOTALE. Forse è questo il destino, per una nuova civiltà che seguirà. FORSE, oppure il nulla.
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