Lo chiede il consigliere nazionale UDC zurighese Hans-Ueli Vogt: "Non appartengono certamente alla comunità dei cittadini svizzeri, ma fanno parte della nostra comunità di diritto e sociale"
BERNA - Chiunque sia nato in Svizzera non dovrebbe essere allontanato anche qualora l'iniziativa "per l'attuazione dell'espulsione degli stranieri che commettono reati" venga accettata in votazione il 28 febbraio. È quanto sostiene il consigliere nazionale Hans-Ueli Vogt (UDC/ZH) in un'intervista rilasciata alla "Schweiz am Sonntag". Di tutt'altro avviso la direzione del partito.
"I 'secondos' non appartengono alla comunità dei cittadini svizzeri, ma fanno parte della nostra comunità di diritto e sociale". "Da questa comunità non possiamo e non dobbiamo escludere persone", ha sottolineato Vogt.
Il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di respingere l'"iniziativa d'attuazione". In una presa di posizione alla fine di dicembre la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga aveva messo tra l'altro chiaramente in guardia dal fatto che nel caso in cui l'iniziativa sia accettata, gli stranieri nati in Svizzera dovrebbero lasciare il paese qualora commettano determinati reati.
Con l'iniziativa "per l'attuazione dell'espulsione degli stranieri che commettono reati" l'UDC vuole l'applicazione alla lettera della iniziativa sull'espulsione adottata alle urne nel 2010. Nella sessione primaverile il Parlamento aveva approvato il controprogetto indiretto che prevede l'espulsione automatica per un periodo di 5-15 anni per tutti coloro che si macchiano di crimini passibili di una pena superiore a tre anni. Al fine di rispettare la proporzionalità, nei casi di rigore il giudice potrà decidere altrimenti se simile misura dovesse porre il condannato in una situazione grave e l'interesse pubblico non dovesse prevalere su quello del diretto interessato a rimanere in Svizzera. Per l'UDC tale clausola è una spina nel fianco.
Nell'intervista il consigliere nazionale democentrista ha criticato il fatto che la clausola per i casi di rigore della legge di attuazione non sia stata limitata ai casi riguardanti i 'secondos'. "Questo è il grande errore che il Parlamento ha fatto" in quanto ha privilegiato una ponderazione di interessi per tutti i casi.
Come tutte le norme costituzionali, i tribunali dovranno interpretare l''iniziativa d'attuazione', continua Vogt. L'obiettivo non ha come priorità i 'secondos' ma soprattutto gli stranieri male integrati.
Se si riflette, il senso e lo scopo dell'iniziativa - secondo Vogt - non riguarda le persone che sono nate e che sono cresciute in Svizzera. Per il consigliere nazionale UDC "gli stranieri, nel senso dell'iniziativa, non sono le persone nate qui".
La direzione dell'UDC vede le cose in modo diverso. "Hans-Ueli Vogt esprime in questa intervista una opinione personale che non corrisponde alla posizione dell'UDC su questo punto", ha indicato all'ats Martin Baltisser, segretario generale dell'UDC.
Il "controllo rigoroso" che implica l'"iniziativa d'attuazione" protegge gli svizzeri e gli stranieri. Anche la "gran parte degli immigrati di seconda generazione che rispettano le leggi svizzere approfitteranno di una maggiore sicurezza, è stato indicato.
Il Consiglio federale e il Parlamento si oppongono a questa iniziativa. Il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann, in un'intervista alla SonntagsZeitung, l'ha definita "inutile e dannosa". La legge d'applicazione adottata dal Parlamento è già stata sufficientemente dura, l'iniziativa d'attuazione è un accanimento, ha detto Schneider Ammann. "Abbiamo tempo sino a fine febbraio per convincere gli elettori su questo punto", ha aggiunto.