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SVIZZERAVerso un esercito più piccolo, ma meglio equipaggiato

18.06.15 - 10:28
Sono queste le linee guida della riforma dell'armata elaborata dal Consiglio federale
Verso un esercito più piccolo, ma meglio equipaggiato
Sono queste le linee guida della riforma dell'armata elaborata dal Consiglio federale

BERNA - Un esercito più piccolo, ma meglio equipaggiato e pronto a essere mobilitato rapidamente in caso di eventi eccezionali. Sono queste le linee guida della riforma dell'armata elaborata dal Consiglio federale, testo che il Consiglio nazionale sta esaminando nei particolari dopo aver respinto (157 voti a 23) una proposta di non entrata nel merito di Aline Trede (Verdi/BE).

Nelle intenzioni della commissione preparatoria, l'armata del futuro dovrebbe poter contare su 100 mila soldati, mentre la scuola reclute dovrebbe durare 18 settimane.

I corsi di ripetizione - 6 - dovrebbero durare tre settimane, invece di 2 come proposto dal Consiglio federale. Soldati e quadri dovrebbero essere meglio formati ed equipaggiati. Il budget annuale di 5 miliardi di franchi l'anno dovrebbe inoltre essere iscritto nella legge.

Per la deputata ecologista Aline Trede (Verdi/BE), governo e commissione hanno proposto una modernizzazione dell'esercito che tale non è. A suo avviso, alla base dell'intera riforma manca un'analisi seria sui pericoli alla nostra sicurezza. Per la consigliera nazionale bernese, gli effettivi andrebbero ridotti a non più 80 mila uomini, come previsto dallo stesso Consiglio federale 4 anni fa, per un bilancio annuale di 4,4 miliardi l'anno.

Oltre a respingere l'idea d'iscrivere nella legge un budget annuale fisso di 5 miliardi, Trede ha criticato l'idea degli impieghi civili per la truppa. Compiti civili vano lasciati ai civili, ha sostenuto la deputata bernese.

Per gli altri gruppi (PPD/PBD/Verdi liberali/PLR, UDC), la taglia dell'esercito attuale rappresenta già un massiccio taglio negli effettivi. Questa diminuzione va compensata con un miglioramento dell'istruzione e dell'equipaggiamento per preservare la credibilità della difesa. Quanto ai mezzi finanziari l'esercito, è stato ricordato, è il settore che ha risparmiato di più negli ultimi anni.

Diversi oratori hanno ricordato che, oltre alle nuove sfide alla sicurezza rappresentate dal terrorismo e dagli attacchi informatici, la situazione geopolitica in Europa è cambiata, come dimostra la crisi in Ucraina. Per Adrian Amstutz (UDC/BE), questo episodio, come anche gli attacchi terroristici a Parigi o le guerre in Siria e Iraq, hanno mandato in fumo "i sogni di coloro che credono nella pace perpetua".

Il bernese ha parlato anche delle crisi che agitano il Nordafrica. Ci vuole un esercito in grado di proteggere la popolazione, ha sottolineato Amstutz, che vorrebbe aumentare gli effettivi a 140 mila uomini. "Dobbiamo svegliarci adesso, non quando sarà troppo tardi", ha aggiunto Amstutz, secondo cui è ora di finirla con lo "smantellamento" dell'esercito.

Anche i socialisti hanno sostenuto l'entrata nel merito, benché non in modo compatto. Stando alla bernese Evi Allemann, la riduzione del numero di soldati rappresenta una miglioramento rispetto ad Esercito 21, anche se si poteva andare più lontano. Ciò non significa che non vi siano aspetti poco graditi, come l'iscrizione del budget nella legge, o l'aumento dei corsi di ripetizione. Inviso anche per il rafforzamento dell'impiego dell'esercito per compiti civili. Per il PS, la riforma non mette l'accento a sufficienza della cooperazione internazionale, specie per la difesa dello spazio aereo.

Per il PS, la Svizzera non è minacciata militarmente. I mezzi finanziari andrebbero meglio allocati per far fronte alle vere minacce, come la criminalità transfrontaliera, o i pericoli naturali. Sarebbe meglio, ha dichiarato il socialista giurassiano Pierre-Alain Fridez (JU), rimpolpare l'organico delle guardie di confine.

Per il consigliere federale Ueli Maurer, la riduzione dell'esercito - da 200 a 100 mila uomini - rappresenta già un taglio notevole. Il ministro della difesa ha rammentato anche la difficile situazione geopolitica attuale e la corsa agli armamenti, tecnologicamente sempre più avanzati, di numerosi Stati.

Il ministro democentrista ha sostenuto che la riforma tiene conto anche delle nuove minacce, legate alla diffusione di Internet. L'esercito, ha aggiunto, dev'essere sempre in misura di adeguarsi all'evoluzione della minaccia. Il ritmo di queste riforme non fa che rispecchiare questa realtà.

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