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BERNAMultinazionali svizzere, obbligo diligenza per diritti umani e ambiente

02.09.14 - 16:08
Il Consiglio federale dovrà quindi elaborare una proposta
Foto Keystone
Multinazionali svizzere, obbligo diligenza per diritti umani e ambiente
Il Consiglio federale dovrà quindi elaborare una proposta

BERNA - In futuro, le aziende svizzere con attività all'estero - come le società attive nell'estrazione e nel commercio di materie prime - dovrebbero essere sottoposte ad un obbligo di diligenza a livello di diritti umani e di protezione dell'ambiente. È l'opinione della commissione di politica estera del Consiglio nazionale che ha approvato, sebbene di stretta misura (11 voti a 10 e 2 astensioni), una mozione in tal senso.

Il Consiglio federale dovrà quindi elaborare una proposta nell'ambito della prevista revisione del diritto della società anonima oppure presentando un progetto ad hoc.

 

A tale proposito, precisa una nota odierna del Servizi parlamentari, andrà esaminato "a quali condizioni le piccole e medie imprese potranno eventualmente essere esonerate da questo obbligo".

 

Per la maggioranza della commissione, si dovrà inoltre evitare che una regolamentazione "disincentivi le misure più avanzate prese volontariamente da imprese svizzere che si comportano già in modo esemplare in questo ambito".

 

Introducendo un obbligo di diligenza per le aziende a livello di diritti umani e ambiente, la Svizzera si assume le proprie responsabilità "quale Paese sede di numerose imprese attive sul piano internazionale, impegnandosi nel contempo in modo proattivo a favore di una politica estera coerente".

 

Una forte minoranza non giudica invece necessarie regolamentazioni in materia anche perché simili condizioni "potrebbero costituire uno svantaggio concorrenziale per le imprese con sede in Svizzera".

 

Il problema di una maggiore responsabilizzazione delle multinazionali con sede in Svizzera non è nuovo. Da tempo, per esempio, partiti di sinistra ed organizzazioni ecologiste chiedono alle autorità di regolamentare il settore del commercio delle materie prime.

 

A tale riguardo viene sovente citato il colosso delle materie prime Glencore, la cui sede si trova a Baar (ZG), accusato da diverse Ong di generare utili a scapito dei diritti umani. Finora il Consiglio federale è intervenuto con raccomandazioni non vincolanti.

 

Lunedì scorso, la Dichiarazione di Berna (DB) ha proposto l'istituzione di un'autorità di sorveglianza per il settore delle materie prime, con l'intento di regolare le attività delle società che operano sul territorio elvetico, imponendo doveri di diligenza e obblighi in materia di trasparenza.

 

Una tale autorità, secondo DB, contribuirebbe a difendere la reputazione e l'integrità della piazza elvetica delle materie prime e al mantenimento di condizioni-quadro concorrenziali.

 

ATS

 

 

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