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SVIZZERAUBS: chi perde e chi vince dopo lo scandalo

26.09.11 - 09:48
Perché Sergio Ermotti è solo 'ad interim'? Dopo le dimissioni shock di Grübel traballano molte poltrone ai vertici. Basta con la Formula 1
Keystone
UBS: chi perde e chi vince dopo lo scandalo
Perché Sergio Ermotti è solo 'ad interim'? Dopo le dimissioni shock di Grübel traballano molte poltrone ai vertici. Basta con la Formula 1

LUGANO - Dallo scandalo della perdita miliardaria provocata da un dipendente mascalzone ad UBS escono molte vittime e, forse, un vincitore. Tra le vittime, in primis gli azionisti grandi, e soprattutto piccoli, di UBS, dato che le azioni della banca a Zurigo avevano aperto a 9,90 franchi, con un calo del 2,17%, rispetto alla chiusura di venerdì, anche se nel corso della mattinata si stanno riprendendo. La tendenza vede le borse in Europa cancellare le perdite dell'avvio di seduta, con la corsa dei titoli di banche e assicurazioni.

Sui cambiamenti ai vertici di UBS dopo il pasticcio di Londra sono moltre le voci che circolano con insistenza nella piazza finanziaria elvetica, in parte riprese da agenzie come  Bloomberg, che cerchiamo di sintetizzare.

Formula 1 ferma ai box- Tra le vittime, la più clamorosa è la Formula 1 di cui UBS è sponsor globale, un annuncio che era stato dato, ironia della sorte, proprio in occasione del Gran Premio di Singapore nel settembre 2010. Ma questo impegno sta per venir meno, non solo per il tracollo dell’immagine di UBS, ma anche perché da tempo molte voci si erano levate in UBS, e non solo, contro il fracasso mediatico, lo sfarzo e le polemiche da rotocalco del circo della Formula 1 che mal si adatta all’immagine sobria e riservata  di una banca elvetica. Il contratto con Bernie Ecclestone dovrebbe quindi cessare più rapidamente di quanto originariamente previsto.

Poltrone a rischio - Ma con l’uscita del Ceo Grübel, ci sono molte poltrone che scricchiolano ai piani alti, oltre ai licenziamenti in tronco e alle dimissioni ‘spontanee’ della cerchia attorno ad Adoboli nell’Investment banking. In particolare, è considerato a rischio il presidente Kaspar Villiger, anche se nel suo caso la situazione è molto politicizzata.
L’assunzione di colpa è stata presa da Oswald Grübel che ha lasciato, dicono fonti interne, anche per evitare il defenestramento immediato di  Carsten Kengeter, pagatissimo capo del discusso Investment banking che sta lavorando alla delicata fase di riduzione del settore. Il 44enne Kengeter parrebbe essere un favorito di Kaspar Villiger che ha definito ‘un ottimo lavoro’ quello fatto da  Kengeter per coprire le posizioni dopo la megaperdita.  Ora, sarà il nuovo Ceo a decidere il destino di Kengeter.

Un’altra posizione scomoda è quella di Ulrich Körner, Chief Operating Officer. Molto vicino a Oswald Grübel e venuto con lui dal Credit Suisse nel Comitato Esecutivo, ha svolto il ruolo di suo "sergente" per mettere ordine in banca, con quale risultato si è visto. Quindi, la sua posizione non si è certo rafforzata con un nuovo Ceo che non proviene da Credit Suisse.

Maureen Miskovic, 54enne, è Chief Risk Officer da gennaio e proviene da State Street Corp. e dalla Lehman Brothers Holdings. Proprio da lei dovevano venire i segnali d’allarme sulle malversazioni, ma i fatti -per ora- evidenziano un’incapacità di gestione del rischio nel caso Adoboli per cui UBS potrebbe dare un segnale di cambiamento proprio in questa posizione da riavviare.

A rischio anche Thomas Daula, Chief operating officer della Investment bank UBS dal giugno 2008, prima assunto per il controllo del rischio alla Investment bank stessa e già Chief risk officer di Morgan Stanley nel 2007, quando la banca perse 9,4 miliardi di dollari sul proprietary trading e sui titoli legati ai mutui ipotecari.

Relazioni con i clienti – Da valutare è la posizione di Jürg Zeltner, direttore del Wealth Management e con-capo della gestione patrimoniale e della banca svizzera. Il suo svantaggio è di occupare un ruolo chiave in quello che tornerà ad essere il business fondamentale di UBS, una funzione molto probabilmente vulnerabile alla sostituzione. Un punto critico appare se il Wealth management sotto Zeltner si sia sufficientemente svecchiato e se abbia perso le cattive abitudini, secondo gli osservatori, del trattare con una certa ostilità percepita la clientela.

Vero vincitore? – Dal 2010 si è sempre scritto che un candidato eccellente alla poltrona di Ceo di UBS sarebbe stato quello che oggi -ma solo ad interim in attesa dell' arrivo in Ubs nel 2012 del futuro presidente Alex Weber, ex presidente della Bundesbank- è il primo ticinese della storia al vertice del Gruppo UBS. L’interim è una formula curiosa, dato che Sergio Ermotti era dato da sempre come prossimo Ceo, ma il quotidiano tedesco Handelsblatt ha subito lanciato l' ipotesi di una candidatura a Ceo di Ubs dello svizzero Hugo Bäenzinger, attuale consigliere di Deutsche Bank e risk manager, in previsione dell' arrivo del tedesco Weber.
Al tempo dell'ingresso di Ermotti in UBS, alcuni analisti svizzero-tedeschi e taluni banchieri di Zurigo avevano dichiarato che la nomina di uno svizzero ai vertici esecutivi di Ubs avrebbe potuto “essere un segnale in previsione di un cambiamento proprio alla massima carica di Ceo del gruppo Ubs”.

Carriera rapidissima in UBS - Ad aprile del 2011, Ermotti, un manager relativamente poco conosciuto nella Svizzera interna, era entrato in UBS come Presidente e CEO per l'Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) e membro del comitato direttivo del Gruppo, per assumere il 24 settembre scorso l'incarico ad interim di Group Ceo di UBS, dopo le dimissioni di Oswald Gruebel.  Grübel aveva inizialmente salutato la nomina con un "Forte degli importanti successi al suo attivo, della sua vasta esperienza e della sua attitudine manageriale Sergio Ermotti porterà un grande contributo alla mia squadra dirigenziale e l'organizzazione di UBS nella zona EMEA beneficerà delle sue ampie competenze nel settore dei servizi finanziari".

Calcio e alberghi - Ermotti, luganese, sposato, due figli, con casa a Montagnola, appassionato di calcio, milanista e nell’Unione sportiva Collina d’Oro, era entrato nel dicembre 2005 nella più grande banca italiana, Unicredit a Milano, come Deputy General Manager, responsabile della divisione Markets & Investment Banking. Viene poi, nel luglio 2007, nominato Group Deputy Chief Executive Officer del Gruppo Unicredit, responsabile per l'Area Markets & Investment Banking, Corporate e Private Banking, fino alla fine del 2010. La voce dice che di fatto è stato il braccio destro del potente Alessandro Profumo amministratore delegato del gruppo Unicredit che diede le dimissioni a settembre 2010 per contrasti con la componente tedesca del CdA della banca italiana.

Wikipedia presenta una pagina (in italiano e link a una breve sintesi in tedesco) con vita e carriera di Ermotti, uno dei pochissimi ticinesi ad avere questo ‘onore’. Da apprendista alla Corner Banca a Lugano a Citigroup di Zurigo, poi Merrill Lynch a Zurigo, Londra e New York dove in particolare è stato un esperto di prodotti derivati. Tra le altre cariche, Sergio Ermotti, che da giovanissimo voleva dedicarsi allo sport, è consigliere di amministrazione del London Stock Exchange, Presidente di Darwin Airline ed è attivo in campo alberghiero con  partecipazioni in alberghi di lusso in Ticino, tra cui il Principe Leopoldo di cui è pure consigliere d'amministrazione.

 

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