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SVIZZERAÈ prevista una forte recessione per il 2020

23.03.20 - 11:20
Il Pil svizzero potrebbe contrarsi del 2,5%, ma se l'epidemia verrà sconfitta in fretta nel 2021 ci sarà un balzo
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Il 2020 potrebbe essere un anno di forte recessione in Svizzera.
Il 2020 potrebbe essere un anno di forte recessione in Svizzera.
Fonte Ats AnsAwp
È prevista una forte recessione per il 2020
Il Pil svizzero potrebbe contrarsi del 2,5%, ma se l'epidemia verrà sconfitta in fretta nel 2021 ci sarà un balzo
La contrazione sarà globale, avverte Goldman Sachs

ZURIGO - La pandemia di coronavirus lascerà il segno nell'economia elvetica per l'anno in corso: lo prevedono gli economisti dell'istituto BAK di Basilea e di UBS.

L'istituto basilese si attende una recessione a livello planetario a causa soprattutto del tracollo a livello di consumi privati. In Svizzera ciò dovrebbe tradursi in una diminuzione delle esportazioni di servizi, precisa una nota odierna del BAK, a causa in particolare della domanda in flessione nel settore del turismo.

A conti fatti, il PIl dovrebbe contrarsi secondo gli economisti basilesi del 2,5% quest'anno, a fronte di stime che prevedevano una crescita dell'1,3%. Se la pandemia dovesse essere superata in tempi brevi, nel 2021 si potrebbe però assistere a un balzo del 4,3%.

A farne le spese della situazione attuale saranno i lavoratori: il tasso di disoccupazione dovrebbe crescere di 0,8 punti percentuali per attestarsi al 3,1% nel 2020, per poi ridiscendere al 2,7% l'anno seguente. A causa del prezzo del petrolio in discesa, l'inflazione dovrebbe risultare negativa quest'anno (-0,3%), per poi risalire allo 0,5% nel 2021.

Gli specialisti di UBS calcolano per quest'anno una diminuzione del PIL dell'1,3% (se i provvedimenti urgenti per arginare l'epidemia dovessero essere revocati rapidamente, ossia alla fine di aprile) e in seguito una crescita del 2% nel 2021.

Se invece la crisi dovesse protrarsi, la crescita potrebbe registrare un calo del 3%, si legge in una comunicato separato della maggiore banca elvetica. A tale riguardo, il tasso di senza lavoro aumenterebbe condizionando negativamente la propensione al consumo delle famiglie. Un'ondata di fallimenti avrebbe conseguenze anche sulle banche, meno propense a concedere prestiti ipotecari, con conseguenza spiacevoli per il settore della costruzione. Nel peggiore dei casi, insomma, una ripresa non si manifesterebbe prima del 2022.

La previsione di Goldman Sachs - La crisi del coronavirus «ha spinto l'economia mondiale in una profonda recessione»: è quanto affermano gli analisti di Goldman Sachs che in uno studio stimano che «il Pil globale registrerà un calo di circa l'1% nel 2020». Si tratta, affermano, di un livello inferiore a quello dell'anno successivo alla crisi finanziaria globale.

Con l'ampliarsi dei lockdown nei vari paesi, Goldman si aspetta che il Pil delle economie avanzate arretrerà molto bruscamente nel secondo trimestre. «Le conseguenze sul mercato del lavoro potrebbero essere drammatiche» si legge ancora «in particolar modo nei mercati più flessibili come gli Usa». Secondo gli analisti, inoltre, l'allentamento della politica fiscale «è molto importante».

Quanto alla ripresa, «i tempi dipenderanno principalmente dai progressi nel combattere la malattia». Se comunque i lockdown miglioreranno la situazione dei contagi in un paio di mesi, «le restrizioni fisiche all'attività economiche dovrebbero iniziare ad allentarsi verso la fine del secondo trimestre, permettendo così al Pil di iniziare a rialzarsi di nuovo nel terzo trimestre».

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