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SVIZZERACredit Suisse pesca al suo interno e volta pagina

07.02.20 - 11:23
La banca ha deciso di chiudere la gestione Thiam e affidarsi a una persona che conosce benissimo la situazione. La Finma continua a indagare
keystone-sda.ch / STF (GAETAN BALLY)
Thomas Gottstein è il nuovo Ceo di Credit Suisse.
Thomas Gottstein è il nuovo Ceo di Credit Suisse.
Fonte Ats
Credit Suisse pesca al suo interno e volta pagina
La banca ha deciso di chiudere la gestione Thiam e affidarsi a una persona che conosce benissimo la situazione. La Finma continua a indagare

ZURIGO - Non sapeva nulla della sorveglianza operata sui suoi alti dirigenti - così afferma tuttora - ma ciò nonostante è costretto ad andarsene: dopo mesi di rivelazioni al contagocce la parabola di Tidjane Thiam alla testa di Credit Suisse si chiude.

La banca volta completamente pagina: al manager franco-ivoriano giunto dall'estero e dal ramo assicurativo succede Thomas Gottstein, un bancario che più svizzero non si può: da 30 anni lavora nel ramo, gli ultimi 20 presso Credit Suisse.

Via il 14 febbraio - Thiam lascerà l'istituto il 14 febbraio, dopo la presentazione del bilancio 2019, ha informato oggi la società. A travolgerlo è stata la vicenda relativa ai pedinamenti di due manager, il responsabile della gestione patrimoniale Iqbal Khan e l'ex capo del personale Peter Goerke. A partire da settembre 2019 erano partite rivelazioni giornalistiche che hanno descritto sempre più in dettaglio un quadro dei piani alti della banca fatto di lotte di potere, di una cultura della diffidenza e di metodi di lavoro che aveva sollevato parecchi dubbi. Un'inchiesta penale è in corso. Ma sulla vicenda indaga anche la Finma, che vuole stabilire il ruolo avuto dagli organi interni e che potrebbe anche allontanare direttori e membri del consiglio di amministrazione (Cda) se dovesse trovare manchevolezze.

Fin dall'inizio vi era chi aveva auspicato le dimissioni sia del Ceo Thiam, sia del presidente del Cda Urs Rohner, in particolare quando a un primo caso di sorveglianza, inizialmente definito unico, se ne era aggiunto un secondo. A pagare con il proprio posto è stato però il direttore operativo (COO) Pierre-Olivier Bouée. Il caso ha peraltro anche assunto i contorni della tragedia: un detective privato a cui la banca aveva affidato il compito di sorveglianza si è tolto la vita.

I vertici hanno però resistito, finché le cose nelle ultime settimane si sono accelerate: stando a notizie insider Rohner e altri membri del Cda hanno manovrato per allontanare Thiam. In difesa del 57enne entrato in carica nel luglio 2015 proveniente dall'assicuratore inglese Prudential sono però scesi in campo pubblicamente tre grandi azionisti e fino ad oggi vi era anche chi riteneva che alla fine, a dover fare le valige, sarebbe stato Rohner. «Le banche svizzere sono note per la loro discrezione, ma presso Credit Suisse questo non è più valido», commentava un'agenzia tedesca.

La battaglia è finita - Oggi l'esito della battaglia campale - che il portale Inside Paradeplatz, il primo a far esplodere pubblicamente il bubbone in settembre, non esita a definire una nuova vittoria degli svizzeri, una «Morgarten 705 anni dopo» - è noto. E le decisioni prese nella riunione del Cda di ieri sono state assunte all'unanimità, fa sapere l'istituto.

«Tidjane Thiam ha dato un enorme contributo al Credit Suisse da quando si è unito a noi nel 2015», afferma Rohner, citato nella nota. «È chiaramente da ascrivere a suo merito il fatto che Credit Suisse oggi sia di nuovo una banca solida e sia tornata a generare utili. Il Cda e io gli auguriamo ogni bene per il futuro».

Il presidente ha lodato il riorientamento strategico - meno investment banking, più attenzione all'amministrazione patrimoniale della clientela facoltosa - e il rafforzamento del capitale proprio della società. Su quest'ultimo punto vi è chi avrebbe da ridire: non sono pochi coloro che ritengono che Credit Suisse sia talmente grande da continuare a godere di fatto di una garanzia di stato e che quindi agisca a rischio del contribuente.

Uscita concordata, dice Thiam - Da parte sua Thiam - pure in dichiarazioni scritte - dice di avere concordato con il Cda di lasciare la banca. «Sono fiero di quanto il team ha fatto durante la mia direzione: abbiamo trasformato Credit Suisse con successo», afferma il 57enne, che ha voluto anche ringraziare tutti i dipendenti dell'azienda.

E poi, sul punto centrale: «Non ero a conoscenza del pedinamento di due ex colleghi. Non c'è dubbio che ciò ha danneggiato Credit Suisse, generando incertezza e sofferenza. Mi dispiace per quello che è successo e che non sarebbe mai dovuto accadere».

Non sono ancora noti i termini finanziari dell'uscita di scena. Thiam figura comunque fra i manager meglio pagati di sempre nella storia svizzera. L'anno scorso Inside Paradeplatz, facendo un po' i conti, aveva calcolato che Thiam era riuscito nell'impresa definita storica di guadagnare 60 milioni di franchi nei suoi primi tre anni e mezzo alla testa della società. A quella cifra si deve ora aggiungere il salario 2019 e la buonuscita: non è difficile quindi ipotizzare che il manager incasserà ben oltre 70 milioni per aver lavorato quattro anni e otto mesi. Numeri che probabilmente non fanno l'unanimità, in particolare fra gli azionisti, che hanno visto praticamente dimezzarsi il valore del titolo durante la gestione Thiam. Non che oggi vada meglio: in mattinata l'azione è arrivata a tratti a perdere quasi il 5%.

A chi chiedeva anche una partenza di Rohner (lo hanno fatto per esempio diversi grandi azionisti, nel caso non avesse confermato la fiducia a Thiam) la banca risponde picche. Severin Schwan, che è Ceo di Roche e presso Credit Suisse ricopre la carica di vicepresidente del Cda, ha attestato al giurista 60enne una buona conduzione «in questi tempi turbolenti». «Tutti i passi del Cda sono stati decisi dopo attenta analisi e all'unanimità». L'organo rinnova inoltre al presidente la sua fiducia e si aspetta che espleterà il mandato sino ad aprile 2021, una volta raggiunto il periodo massimo d'incarico che è di dodici anni.

Scelta in casa - I riflettori vengono quindi puntati ora su Thomas Gottstein, un nome che già circolava da mesi come possibile nuovo Ceo. Il 55enne conosce la banca come le sue tasche: è entrato in forza all'istituto nel 1999 - dopo dieci anni presso il concorrente UBS - e dal 2015 dirige l'unità elvetica. Ha studiato economia a Zurigo, terminando con il dottorato.

A succedergli alla testa di Credit Suisse Svizzera sarà André Helfenstein, che da parte sua vanta studi alla Sorbonne di Parigi e all'HSG di San Gallo. È attivo per il secondo gruppo bancario elvetico dal 2007, da ultimo come responsabile delle attività dei clienti istituzionali nella Confederazione.

La Finma continua a indagare - La Finma era informata, non commenta e continuerà a indagare: questa in estrema sintesi la reazione dell'autorità di vigilanza sui mercati finanziari all'annuncio della partenza di Thiam e della sua sostituzione con Thomas Gottstein.

L'istituto ha annunciato alla Finma il cambio ai vertici, ha indicato un portavoce dell'autorità all'agenzia Awp. «L'importante per la banca è che ora torni la tranquillità», ha aggiunto. L'inchiesta della Finma peraltro prosegue. L'autorità di vigilanza sta esaminando il ruolo svolto dagli organi di gestione, per stabilire se all'interno della società vigesse una buona gestione.

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