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SVIZZERAUBS, frenata dell'utile netto nel 2019

21.01.20 - 07:47
La contrazione su base annua è stata del 4,7%
KEYSTONE
UBS, frenata dell'utile netto nel 2019
La contrazione su base annua è stata del 4,7%

ZURIGO - UBS ha registrato nel 2019 una contrazione dell'utile netto del 4,7% su base annua a 4,30 miliardi di dollari. Malgrado la frenata, la grande banca elvetica definisce la sua performance come solida e per giunta realizzata in un contesto difficile.

L'utile ante-imposte si è fissato a 5,58 miliardi, in flessione del 6,9% (rettificato: 6,04 miliardi, -0,5%), indica in una nota odierna l'istituto finanziario. I proventi sono ammontati a 28,89 miliardi, in calo del 4,4%, e anche gli oneri sono scesi, del 3,8% a 23,31 miliardi di dollari. La cost/income ratio si attesta all'80,5%, a fronte del 79,9% dodici mesi prima. Intanto i patrimoni amministrati sono passati da 3,10 a fine 2018 a 3,61 miliardi.

Prendendo in considerazione il solo quarto trimestre, il risultato operativo è salito dell'1,1% a 7,05 miliardi. L'utile prima delle imposte è quasi raddoppiato (+93% a 928 milioni); senza tener conto dei fattori straordinari esso si attesta a 1,21 miliardi. «Al termine di un esercizio solido abbiamo ottenuto il miglior utile ante-imposte rettificato di un quarto trimestre dal 2010», afferma il presidente della direzione Sergio Ermotti, citato nel comunicato. L'utile netto è schizzato del 130% a 722 milioni.

Tuttavia le cifre relative a ottobre-dicembre 2018 erano state corrette al ribasso a posteriori perché la banca ha dovuto accrescere gli accantonamenti per casi giuridici. Ad ogni modo le attese del mercato sono state superate: gli analisti consultati dall'agenzia finanziaria AWP si attendevano in media ricavi per 7 miliardi, un utile prima delle imposte di 781 rispettivamente 1,13 miliardi (importo rettificato) e - soprattutto - un utile netto di appena 600 milioni di dollari.

Il consiglio d'amministrazione propone di versare un dividendo di 0,73 dollari per azione, contro gli 0,70 dell'anno precedente. Si tratta di una cifra leggermente inferiore agli 0,735 dollari per titolo immaginati dagli analisti.

In aggiunta nella prima metà del 2020 UBS intende acquistare, nel quadro del suo corrente programma di riacquisto di azioni da 2 miliardi di dollari, titoli per un volume di 450 milioni e concludere così tale programma. Altri riacquisti verranno esaminati nella seconda metà dell'anno. Secondo le intenzioni dell'istituto, nei prossimi anni gli investitori parteciperanno maggiormente agli utili attraverso programmi di riacquisto di azioni. I vertici spiegano la decisione con la bassa valutazione dell'azione rispetto al valore contabile della banca. Intanto il dividendo dovrebbe crescere di un centesimo all'anno.

Per quanto riguarda le singole divisioni, nel 2019 l'unità di amministrazione patrimoniale Global Wealth Management (GWM) ha realizzato un utile ante-imposte rettificato di 3,47 miliardi (+3,6%), nel Personal & Corporate Banking esso è salito dello 0,8% a 1,46 miliardi, mentre nell'Investment Bank è diminuito del 36,6% a 1,06 miliardi. Nell'Asset Management risulta una progressione del 17,2% a 565 milioni.

Gli accantonamenti per casi legali ammontavano a fine dicembre a 2,48 miliardi di dollari, a fronte di 2,50 miliardi a fine settembre.

A fine anno il coefficiente patrimoniale CET1 del gruppo era pari al 13,7% e l'indice di leva finanziaria CET1 al 3,9%; mentre il Tier 1 leverage ratio si attestava al 5,7%. Il rendimento del capitale CET1 (RoCET1) si è attestato al 12,4%, a fronte di un obiettivo del 15%.

Le difficili condizioni di mercato non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che UBS aveva comunicato nell'ottobre 2018; poiché i vertici non si attendono miglioramenti nei prossimi anni gli obiettivi sono stati adeguati: ora la banca punta per il periodo 2020-2022 a un RoCET1 del 12-15%, dopo un +17% circa atteso in precedenza per il 2021. Anche la concorrente Credit Suisse si è vista costretta di recente ad abbassare le previsioni sui rendimenti.

Per quanto concerne i primi tre mesi dell'anno in corso il management si mostra prudentemente ottimista: mentre la situazione rimane incerta a livello macroeconomico e geopolitico, sono nuovamente attesi effetti stagionali più marcati, cosa che sosterrà l'utile. I costi dovrebbero rimanere costanti. In base ai nuovi obiettivi la cost/income ratio dovrebbe scendere al 75-78%, mentre finora era atteso un valore ambizioso del 72% circa.

In Borsa il titolo è sotto pressione e in apertura perdeva quasi il 6%. A deludere è stato soprattutto l'andamento di Global Wealth Management mentre l'abbassamento degli obiettivi di rendimento era attesa dai mercati, che considera quelli nuovi più realistici.

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