L'azionista di Credit Suisse corre in soccorso del presidente della direzione dell'istituto
ZURIGO - Un importante azionista di Credit Suisse corre in soccorso del presidente della direzione Tidjane Thiam, la cui posizione ai vertici dell'istituto sembra traballare in seguito alla vicenda dell'ex top manager che sarebbe stato pedinato. Se il Ceo dovesse dimettersi sarebbe una perdita, sostiene la società d'investimento americana Harris Associates.
«Siamo convinti che la dirigenza sia responsabile di proteggere la proprietà dell'azienda, dei suoi clienti e di tutti gli azionisti», afferma David Herro, responsabile degli investimenti per le azioni internazionali, in dichiarazioni rilasciate al portale online The Market. «Questo include anche assicurare che siano rispettati i contratti dei dipendenti che lasciano l'azienda».
«Sosteniamo quindi pienamente le misure adottate dal management di Credit Suisse per proteggere l'azienda. Riteniamo che sarebbe dannoso per la società e i suoi azionisti se la banca perdesse un membro della direzione a causa di questa vicenda», prosegue Herro.
«Supponendo che nessuna legge sia stata violata, il signor Thiam e il suo team hanno il nostro pieno sostegno», insiste David Herro. «Saremmo estremamente delusi se qualcuno, a causa di questa vicenda, dovesse perdere il posto di lavoro, fino a quando è stata rispettata la legge».
Il Ceo della banca «ha fatto un ottimo lavoro per rivitalizzare Credit Suisse: tutte le parti interessate sarebbero perdenti se lui e il suo team dovessero dimettersi», conclude il dirigente di Harris Associates, società che - stando alle più recenti comunicazioni borsistiche - detiene circa il 5% nell'istituto.
Al centro del caso vi è come noto il manager di origine pakistana Iqbal Khan, che sino a fine giugno era responsabile della gestione patrimoniale di Credit Suisse e che dal primo ottobre ricoprirà la stessa funzione presso UBS, in qualità di co-responsabile a fianco dell'americano Tom Naratil. La scorsa settimana nel centro di Zurigo Khan ha chiamato la polizia ritenendo di essere pedinato. Le forze dell'ordine avrebbero proceduto al fermo temporaneo di tre detective.
Da quel momento la vicenda è andata gonfiandosi attraverso rivelazioni dei media, che hanno riferito di tensioni esistenti da tempo fra Khan e Thiam. Il braccio di ferro avrebbe anche i contorni di una diatriba di vicinato - hanno entrambi ville a Herrliberg, adiacenti una all'altra - con il Ceo che, a quanto sembra, si sarebbe lamentato persino con il presidente del consiglio di amministrazione Urs Rohner per il rumore provocato dai lavori di ristrutturazione del vicino.
Non manca nemmeno l'elemento femminile: la tensione accumulata avrebbe portato a un crac durante una cena nel gennaio scorso, quando Khan avrebbe anche mancato di rispetto alla fidanzata del suo superiore (che è separato dalla moglie), rea a quanto sembra di aver piantato degli alberi che toglievano al 43enne la vista del lago di Zurigo. Stando a taluni i due dirigenti bancari sarebbero quasi venuti alle mani. Tutti questi particolari sono solo ricostruzioni giornalistiche non confermate, ma hanno portato anche i grandi media finanziari internazionali a interessarsi ampiamente del caso. Questo ha messo in allarme gli investitori, che stanno ora scendendo in campo a protezione del loro denaro.