Sono migliaia ogni giorno, e con difetti microscopici, perché alle aziende costa meno buttarli via che rivenderli a prezzi scontati
ZURIGO - Ordiniamo merce online, quando arriva apriamo il pacco e ci accorgiamo che qualcosa non va. Rotto, rovinato (o semplicemente brutto) lo rimandiamo indietro. Non sappiamo però che il pacco in questione, una volta ritornato alla “casa madre”, possa venire semplicemente cestinato.
«Per molti outlet web è l'alternativa più economica», conferma a 20 Minuten Ralf Wölfle della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (Fhnw). Insomma, può capitare che beni con anche solo un graffietto o un pixel fuori posto finiscano direttamente all'ecocentro.
A denunciare il comportamento dei colossi dell'e-commerce sono i Verdi della vicina Germania che, come riportato dallo Spiegel, vorrebbero che le cose cambiassero. Amazon stima che, a finire nella benna della spazzatura, siano fra l'1 e il 2,9% dei resi.
Poco? Si tratta di circa 1'000 pacchi distrutti ogni giorno solo in Germania. Su Zalando, invece, mancano le cifre esatte. Vero è che circa un pacco su due viene rimandato al mittente.
Quindi dobbiamo sentirci in colpa? Un po' meno dei nostri vicini, sostiene Wölfle: «Noi, in media, restituiamo un po' meno».