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SVIZZERANiente più esternalizzazioni per Zürich

27.05.19 - 09:19
L'assicuratore ha abbandonato da due anni la strategia di outsourcing. Due i motivi: i dubbi sui benefici effettivi e l'insostenibilità sociale
Keystone (archivio)
Niente più esternalizzazioni per Zürich
L'assicuratore ha abbandonato da due anni la strategia di outsourcing. Due i motivi: i dubbi sui benefici effettivi e l'insostenibilità sociale

ZURIGO - L'assicuratore Zurich ha abbandonato la strategia di scorporo degli impieghi, alla luce dei dubbi sull'efficacia e sull'impatto sociale di queste operazioni. Lo spiega il presidente della direzione Mario Greco, in un'intervista in cui prende anche atto con soddisfazione del fatto che la sua azienda ha superato UBS in materia di capitalizzazione borsistica.

«Abbiamo due anni or sono bloccato l'outsourcing e riportato molti lavori amministrativi indietro verso le nostre sedi mondiali», afferma Greco in dichiarazioni pubblicate ieri dalla NZZ am Sonntag.

«Questo è avvenuto per due motivi», spiega. «Primo, è molto dubbio che abbiamo realmente beneficiato dell'esternalizzazione: i nostri dipendenti devono viaggiare di più, si ha meno il controllo e la fluttuazione di personale in queste società di outsourcing è elevato. Secondo, l'esternalizzazione non è socialmente sostenibile. Prima si va dalla Svizzera all'Europa dell'Est, poi dall'Europa dell'Est all'Asia e così via, sempre più lontano. Questo destabilizza intere regioni e da noi distrugge posti di lavoro. L'intera faccenda è semplicemente una cattiva idea.»

Per questa ragione non è ora possibile prevedere se in futuro Zurich avrà bisogno di più o meno personale, nonostante l'impatto che avrà l'intelligenza artificiale, osserva il manager nato a Napoli e con studi a Roma e all'università di Rochester, nello stato di New York.

In tutti i casi Greco non ha difficoltà a fare economie: «abbiamo ridotto i costi, rafforzato la redditività, ampliato l'attività: non abbiamo bisogno di esternalizzare per comprimere i costi».

A suo avviso il gruppo è sulla corretta via: entro la fine dell'anno saranno raggiunti o superati tutti gli obiettivi fissati nel 2016 per il triennio 2017-2019. «Questo è importante per la reputazione e la valutazione della nostra azienda: siamo un team ai vertici che negli ultimi tre anni ha mantenuto le promesse fatte».

«Sono molto lieto di constatare che la nostra valutazione sia aumentata sul mercato», prosegue il 59enne con la passione per la bicicletta. «Questo significa che il nostro lavoro è apprezzato». Oggi Zurich pesa 48,5 miliardi in borsa, più dei 43,9 miliardi della più grande banca svizzera, UBS. «UBS è il nostro partner principale come banca e abbiamo molto rispetto per ciò che fa; ma negli ultimi due anni gli istituti europei sono stati penalizzati da tassi di interesse estremamente bassi e condizioni sfavorevoli».

L'azione Zurich è spesso ben vista dagli investitori grazie agli elevati dividenti: l'assicuratore paga 19 franchi per titolo, ciò che equivale a un rendimento del 6%. «Prevediamo non solo di mantenere il dividendo, ma addirittura di aumentarlo», ha affermato a questo proposito il CEO.

L'azienda vede molte opportunità di mercato nelle nuove offerte digitali. Secondo Greco, grazie alla digitalizzazione il numero di servizi possibili aumenta quasi quotidianamente con la digitalizzazione. Oggi l'assicurazione viene stipulata a seconda dei bisogni: si può attivare e disattivare. Inoltre il cliente può essere sostenuto da un servizio di assistenza.

Il presidente della direzione di Zurich non è preoccupato per la minaccia concorrenziale determinata dalla sbarco sul mercato di giganti tecnologici quali Amazon. «Questo non fa paura, né giunge inaspettato: ci aspettavamo un tale cambiamento già nel 2016», osserva Greco.

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