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SVIZZERAStadler sbarca (e sbanca) in Borsa

12.04.19 - 18:06
Emmesso con un prezzo di 38 franchi, dopo un solo giorno di contrattazioni il titolo ha guadagnato il 13,42%
Keystone
Lo stabilimento produttivo di Bussnang
Lo stabilimento produttivo di Bussnang
Stadler sbarca (e sbanca) in Borsa
Emmesso con un prezzo di 38 franchi, dopo un solo giorno di contrattazioni il titolo ha guadagnato il 13,42%

ZURIGO - Stadler Rail, entrato oggi alla borsa svizzera, come da previsioni ha sbancato: rispetto al prezzo di emissione, fissato a 38 franchi, il titolo nel primo giorno di contrattazioni ha guadagnato il 13,42% a 43,10 franchi, mentre l'indice allargato SPI è risultato in calo dello 0,49%. La capitalizzazione del gruppo ha così raggiunto circa 4,2 miliardi di franchi.

Con 38 franchi, il prezzo di emissione è stato collocato nella fascia alta della proposta iniziale, che era compresa tra 33 e 41 franchi. L'offerta è infatti stata sostenuta dalla forte domanda da parte di investitori istituzionali e privati.

Il prezzo elevato si spiega anche con la recentissima commessa di 600 milioni di dollari (grossomodo la medesima somma in franchi) negli Stati Uniti per la fornitura di 127 convogli destinanti alla metropolitana di Atlanta. Mai prima nella sua storia il produttore turgoviese di materiale rotabile si era aggiudicato un ordinativo tanto consistente.

Prima dell'avvio dell'offerta pubblica iniziale (IPO), il presidente dell'azienda Peter Spuhler, già consigliere nazionale (UDC/TG), ha sottolineato il suo desiderio di fare del titolo della sua impresa un'"azione popolare", rallegrandosi del fatto che al capitale accedessero anche piccoli azionisti.

Oggi il titolo, denominato SRAIL, come avviene generalmente in occasione di IPO, è però finito essenzialmente nelle tasche di casse pensioni e fondi d'investimento. Una portavoce del gruppo aveva comunque precisato la nozione di "azione popolare": cosciente delle dinamiche in atto in occasione dell'entrata in borsa, aveva indicato che il passaggio di titoli in mano a piccoli investitori era previsto in un secondo tempo.

Per il 2019 gli azionisti dovrebbero poter contare su un dividendo di almeno 120 milioni di franchi, poi di circa il 60% dell'utile netto negli esercizi seguenti.

L'operazione consente a Spuhler che detiene direttamente e indirettamente l'80% del capitale, di disimpegnarsi parzialmente investendo la metà delle sue azioni. La sua partecipazione al termine dell'operazione scenderà a circa il 40%. Il presidente intende continuare a occupare la sua funzione e rimanere l'azionista di riferimento.

Con questa IPO, il gruppo, che produce treni regionali, convogli ad alta velocità, metropolitane e tram, intende acquisire visibilità e consolidare la propria presenza in Europa continuando a conquistare nuovi mercati.

Fondata nel 1942, la società con sede a Bussnang (TG), lo scorso anno ha realizzato un fatturato di 2 miliardi di franchi. Grazie a un portafoglio di commesse ben riempito, spera di portarlo a quattro miliardi l'anno prossimo (senza acquisizioni). Quest'anno le vendite dovrebbero raggiungere quota 3,5 miliardi.

Stando a informazioni del gruppo stesso, Stadler Rail è la terza azienda del settore in Europa. Attualmente ha un organico di 8500 persone (di cui circa 3000 in Svizzera). Trent'anni or sono, quando Spuhler rilevò l'azienda, i collaboratori erano 18 e il fatturato raggiungeva i 4,5 milioni.

Stando alla Borsa svizzera, quella di Stadler Rail è la maggiore IPO in Europa dall'inizio dell'anno. Paragonato ai concorrenti, il gruppo turgoviese rimane un attore modesto. Ad esempio il valore di mercato della società francese Alstom è di quasi nove miliardi di euro (circa 10 miliardi di franchi al cambio attuale).

Quella di Stadler Rail è la terza IPO dell'anno in Svizzera, dopo quelle all'inizio di aprile della società ticinese Medacta e martedì di Alcon, la divisione scorporata dal colosso farmaceutico Novartis e attiva nel settore oftalmico.

«Il primo trimestre 2019 è stato particolarmente calmo (in termini di IPO) a causa delle incertezze che circondano la Brexit, della vertenza commerciale tra Stati Uniti e Cina nonché di altri rischi geopolitici», ha indicato all'agenzia finanziaria AWP Tobias Meyer della società di consulenza e revisione EY. La crescita dell'indice SMI dei titoli guida della borsa svizzera - circa il 13% da gennaio - ora sta infondendo fiducia negli investitori.

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