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SVIZZERAAziende svizzere meno ottimiste

05.02.19 - 11:36
L'indicatore sulla situazione degli affari calcolato dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) è sceso in gennaio a 26,65 punti, 1,76 punti in meno di dicembre
Keystone
Aziende svizzere meno ottimiste
L'indicatore sulla situazione degli affari calcolato dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) è sceso in gennaio a 26,65 punti, 1,76 punti in meno di dicembre

ZURIGO - Le aziende svizzere sono meno ottimiste riguardo al futuro: l'indicatore sulla situazione degli affari calcolato dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) è sceso in gennaio a 26,65 punti, 1,76 punti in meno di dicembre.

L'indicatore è comunque ancora al livello elevato: se si fa astrazione degli ultimi sette mesi, è comunque ai massimi dal 2011, emerge dai dati pubblicati oggi dal KOF sul suo sito internet. Le informazioni vengono raccolte sulla base di un sondaggio condotto fra 4500 imprese.

«Le aziende percepiscono sempre più spesso il vento contrario», commentano gli specialisti zurighesi in un comunicato. Tuttavia la fiducia rimane elevata e la situazione può essere descritta come buona.

Nell'industria manifatturiera è comunque evidente un calo di dinamismo rispetto all'estate scorsa. La tendenza negativa osservata il mese precedente è proseguita anche in gennaio. La redditività è sotto pressione a causa delle concessioni sui prezzi che le aziende hanno dovuto fare ai loro clienti.

Nella costruzione la situazione rimane buona: l'utilizzo delle capacità produttive è aumentato e gli uffici di progettazione sono sempre più alla ricerca di collaboratori.

Un rallentamento è osservabile nel commercio al dettaglio. Le scorte sono in crescita e le ditte sono meno ottimiste sull'evoluzione del fatturato. Anche nel commercio all'ingrosso la situazione è meno favorevole rispetto al trimestre precedente, ma rimane buona.

Nel ramo alberghiero e della ristorazione le condizioni sono mutate solo di poco e le prospettive vengono giudicate in modo positivo. Invece per il settore finanziario e assicurativo le prospettive non sono più così favorevoli come alla fine del 2018.

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