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GRIGIONILibero scambio, Maurer e Bolsonaro non fissano scadenze

23.01.19 - 17:23
I due presidenti si sono incontrati oggi a margine del Forum di Davos
Keystone
Libero scambio, Maurer e Bolsonaro non fissano scadenze
I due presidenti si sono incontrati oggi a margine del Forum di Davos

DAVOS - Il presidente della Confederazione Ueli Maurer ha incontrato oggi il suo omologo brasiliano Jair Bolsonaro a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). Le discussioni hanno riguardato in particolare i negoziati in vista di un accordo di libero scambio con il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale.

Le discussioni fra l'Associazione europea di libero scambio (AELS) e il Mercosur «sicuramente proseguiranno», poiché Berna e Brasilia hanno gli stessi interessi, ha dichiarato Maurer all'agenzia Keystone-ATS.

Il responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) non vuole però fissare scadenze per un'intesa, poiché il Mercosur comprende anche altri Stati oltre al Brasile, ha precisato.

Anche il ministro dell'economia Guy Parmelin e quello degli affari esteri Ignazio Cassis hanno assistito all'incontro, che si è svolto in un buon ambiente, ha proseguito Maurer. I due presidenti si erano già incontrati ieri in occasione di una cena.

Le discussioni hanno permesso di fare un punto sulle relazioni fra i due Paesi e di curare i contatti con il nuovo capo di Stato brasiliano. Entrato in carica dal primo gennaio, Bolsonaro effettua infatti a Davos il suo primo viaggio all'estero.

Ueli Maurer, interrogato sul clima, ha dichiarato di aver evocato le questioni ambientali con Bolsonaro, considerato da molti uno scettico della lotta ai cambiamenti climatici. Viste le numerose critiche sul tema, ha comunque ricordato che il capo di Stato è stato eletto democraticamente e che bisogna rispettare la scelta del popolo brasiliano.

In mattinata una manciata di manifestanti dell'organizzazione elvetica Campax ha svolto a Davos un'azione simbolica per chiedere a Maurer di insistere sulla protezione dell'Amazzonia e dei popoli indigeni del Brasile. In mano avevano una petizione firmata da 15'000 persone per denunciare i «piani inquietanti» di Bolsonaro.

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