Domani diventa applicabile in tutti i Paesi membri la nuova normativa contro i blocchi agli acquisti online transnazionali
BRUXELLES - Da domani cambia in maniera sostanziale l’esperienza di shopping online dei cittadini europei. In tutti i Paesi dell’UE diventa infatti applicabile un nuovo regolamento che vieta il “geoblocking” ingiustificato. Gli svizzeri, ça va sans dire, non ne approfitteranno.
A molti sarà capitato di cercare di visitare il sito tedesco o britannico di un portale di shopping online o di un produttore e di essere continuamente rimandati a quello svizzero (o del vostro Paese di residenza). Oppure di provare a fare un ordine e dover rinunciare perché non è prevista la consegna là dove abitate.
Tutte queste limitazioni agli acquisti online da un Paese all’altro si definiscono “geoblocking”, dei blocchi spesso usati per sfruttare il maggiore potere d’acquisto di un Paese rispetto all’altro. Da domani queste pratiche saranno vietate dal regolamento UE 302/2018 quando non siano motivate da effettivi maggiori costi o difficoltà logistiche. Un francese potrà insomma comprare un prodotto super scontato sull’Amazon tedesco. Un danese dovrà poter accedere a offerte che finora erano riservate ai clienti italiani.
La Svizzera non sembra ancora pronta a seguire Bruxelles in questo tipo di riforma e gli svizzeri continueranno quindi a essere rimandati a siti dedicati con prezzi solitamente più alti. La normativa elvetica (Legge federale sui cartelli) vieta attualmente il geoblocking solo se è frutto di un accordo di due produttori ai danni del mercato svizzero. Come segnala la Neue Zürcher Zeitung, il Consiglio federale sta considerando misure per sanzionare il geoblocking privato, ma per tali modifiche ci potrebbero volere anni.
Il geoblocking ha un impatto importante sugli acquisti online nell’UE. Finora, il 63% dei portali visibili nell’Unione prevedeva limitazioni che «in un modo o nell’altro» dissuadevano l’utente dall’acquistare in un Paese diverso dal proprio, ricorda il Sole 24 Ore. Il risultato: solo il 19% dei consumatori europei fa shopping online sui siti di un altro Paese membro.