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SVIZZERASnowboard: Nidecker, l'impresa familiare torna numero due al mondo

17.10.18 - 14:37
Il gruppo guidato da tre fratelli è secondo solo all'americana Burton. Gestisce un portafoglio di nove marchi
Snowboard: Nidecker, l'impresa familiare torna numero due al mondo
Il gruppo guidato da tre fratelli è secondo solo all'americana Burton. Gestisce un portafoglio di nove marchi

ROLLE - Grazie a due recenti acquisizioni, il gruppo vodese Nidecker è diventato il numero due mondiale nel settore degli snowboard, secondo solo all'americana Burton. L'azienda familiare, guidata da tre fratelli, gestisce un portafoglio di nove marchi.

Nelle ultime settimane l'impresa si è ampliata ulteriormente, comprando Rome SDS, con sede a Waterbury (Usa), e l'olandese Dutch Low Pressure Studio (LPS). «Oltre ad aumentare i ricavi e a compiere progressi sul fronte tecnologico, queste acquisizioni servono a posizionarci strategicamente sul mercato internazionale», spiega Thierry Kunz, direttore marketing di Nidecker, in un colloquio con l'agenzia finanziaria Awp.

Le operazioni apportano un 30% del giro d'affari del gruppo, che arriverà così a un nuovo record, aggiunge Henry Nidecker, il direttore generale della società. L'azienda non pubblica cifre assolute, ma afferma che negli ultimi anni le vendite sono salite del 400%. «Il marchio Nidecker rappresenta il 12% del fatturato: il resto è rappresentato da marchi che abbiamo creato o acquisito dal 2006», sottolinea il manager 32enne.

Questo sviluppo ha permesso al gruppo di raggiungere nuove vette, dopo quelle conquistate durante l'età d'oro dello snowboard, negli anni 90. «Anche se all'epoca Nidecker era già al secondo posto nel mondo, il gruppo non vendeva così tanti prodotti come oggi», dice il direttore generale.

Quando il fenomeno dello snowboard decollò a metà degli anni '80, l'azienda - guidata da Henri, il padre di Henry - conseguì un successo fenomenale. La tendenza si esaurì però gradualmente all'inizio del nuovo millennio, con il ritorno di moda dello sci tradizionale, favorito dall'invenzione del carving.

Nidecker si è così trovata in difficoltà. «Sussisteva un problema strategico», spiega Henry Nidecker. «L'azienda si occupava di sviluppo, produzione e distribuzione: eravamo attivi in molti rami diversi, ciò che ci ha impedito di eccellere in un settore specifico».

A partire dal 2006 il gruppo cambia rotta, abbandonando la produzione. «È stato un duro colpo per il padre: ai tempi di Henri, il gruppo Nidecker era un produttore prima che diventasse un marchio; oggi è il contrario», racconta Thierry Kunz.

L'approccio multimarca cambia le carte in tavola. La linea Yes, creata nel 2009, ha un successo immediato. Sarà seguita da altri, tra cui Jones, specialista dei splitboard (tavole divisibili a metà per poter effettuare le salite con le pelli di foca). «Ogni marchio corrisponde a un tipo di utente, il che ci permette di coprire l'intero mercato», osserva Kunz. Le acquisizioni sono il passo successivo.

Nidecker ha esternalizzato la produzione di tavole, attacchi, scarpe e altri accessori in 17 paesi, principalmente in Tunisia, Dubai, Cina e Taiwan. Il comparto ricerca e sviluppo è invece rimasto nel canton Vaud. Il gruppo impiega circa 100 persone, di cui circa 30 a Rolle (VD), un quarto ad Amsterdam e il resto negli Stati Uniti.

Secondo il direttore generale il gruppo è in grado di competere per il primo posto al mondo con Burton, ma essere il numero uno non è una priorità. «Negli snowboard di alta gamma siamo già i primi».

Fondata nel 1887, Nidecker si è evoluta in un marchio di snowboard dopo aver prodotto slitte, sci di fondo e sci d'acqua. Gli snowboard sono arrivati a partire dal 1984. Il gruppo vende più di 500'000 prodotti all'anno.

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