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SVIZZERAPatrik Gisel lascia: e così salva la faccia

19.07.18 - 06:00
Perché proprio dopo tanto tempo, e ora che la sua «integrità rimane ineccepibile»? Se fosse accaduto prima, spiegano gli esperti di reputazione, sarebbe sembrata un'ammissione di colpa
Patrik Gisel lascia: e così salva la faccia
Perché proprio dopo tanto tempo, e ora che la sua «integrità rimane ineccepibile»? Se fosse accaduto prima, spiegano gli esperti di reputazione, sarebbe sembrata un'ammissione di colpa

SAN GALLO - La notizia è arrivata poco dopo l'alba di ieri, presentata come un banale «cambiamento nella direzione generale per fine anno». Un eufemismo, con cui Raiffeisen provava, se non a mascherare il vero, a sminuirlo, ad attutirne l'impatto. «Il dottor Patrik Gisel ha deciso di rassegnare le dimissioni da presidente della direzione per la fine del corrente anno e di lasciare di conseguenza la banca», si leggeva solo nelle righe a seguire.

«Con le mie dimissioni intendo rasserenare il dibattito pubblico su di me e sulla banca e proteggere la reputazione di Raiffeisen», dichiarava lui intanto per iscritto: ultimo atto, in ordine di tempo, di una vicenda e uno scandalo che, in realtà, riguarda più il suo predecessore di lui, in carica dall'ottobre del 2015. Quel Pierin Vincenz finito addirittura in carcere, nel marzo scorso, per il sospetto di aver favorito se stesso, aver perseguito interessi finanziari privati, e accusato di amministrazione infedele. Mentre «né dalla procedura di enforcement conclusasi a giugno 2018, né dai risultati parziali dell'indagine indipendente attualmente in corso – ha puntualizzato ieri il cda della banca – sono emersi illeciti a carico di Patrik Gisel, la cui integrità rimane ineccepibile».

Dichiarazioni che, a questo punto, rendono più difficile comprendere l'addio, avvenuto proprio in un momento in cui le inchieste sembrerebbero allontanare ogni ombra. Perché non abbandonare subito, se così doveva comunque finire? Perché «se Raiffeisen avesse lasciato andare Gisel immediatamente o in primavera, sarebbe sembrata quasi una confessione, un'ammissione di colpevolezza – riflette l'esperto di gestione della reputazione Bernhard Bauhofer – In questo modo, invece, Gisel può salvare la faccia».

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