Lo dice uno studio di Ubs, la più a rischio (soprattutto negli importanti mercati asiatici) sarebbe la Swatch, quella messa meglio la Rolex
BERNA - Sempre più orologi intelligenti sui nostri polsi e chi ci rimette sono i cari vecchi orologi svizzeri. Ad affermarlo uno studio di Ubs uscito questo lunedì stando al quale l'Apple Watch è messo (molto) meglio di praticamente ogni marca elvetica di orologi fatta eccezione di Rolex.
Particolarmente sotto pressione, scrivono gli analisti di Ubs, sarebbe Swatch colta controtempo e indecisa se cambiare o meno paradigma abbraciando l'hi-tech. Se inizialmente il marchio di Nick Hayek aveva nettamente depennato la possibilità, ora sembra voler cambiare idea e si trova in una (scomoda) posizione interlocutoria, anche per via della fetta di mercato su cui opera: quella degli entry-level.
«Gli orologiai svizzeri sono riluttanti ad abbracciare lo "smart" perché dovrebbero aprirsi ad aziende esterne per gestire la parte digitale e questo è un problema, inoltre c'è il rischio che i microprocessori finiscano per sostituire gli ingranaggi che sono il vero e proprio cuore dell'oggetto», riporta la responsabile dello studio Helen Brand.
Dal punto di vista del mercato attualmente la situazione appare grama e in possibile peggioramento: «Se gli smartwatch hanno una fetta stimata attorno ai 30-40 milioni di pezzi, i cronografi svizzeri sono fermi a 25 milioni».
Segmento particolarmente critico, e anche quello più danaroso, è quello cinese: «È una regione dove la Svizzera ha sempre fatto bene, soprattutto per Tissot e Logines che piacciono tanto alla nuovo ceto medio cinese», spiega Brand, «se questo si farà sedurre da Apple, per il gruppo Swatch potrebbero esserci problemi per il fatturato e la crescita a medio-lungo termine».
A favore dell'orologio svizzero la natura artigianale dell'oggetto: «sono praticamente dei gioielli senza tempo» mentre un Apple watch è sempre a rischio obsolescenza.
Industria orologiera: effettivi in calo nel 2016 - Gli effettivi dell'industria orologiera e microtecnica sono scesi in Svizzera l'anno scorso. A fine settembre 2016 gli impiegati erano 56'802, pari ad una contrazione di 1996 posti rispetto all'anno precedente (-3,4%).
In un comunicato diffuso oggi, la Convenzione padronale del settore (CP) valuta il calo come moderato, considerando la situazione economica che il ramo ha dovuto affrontare.
Rappresentando i tre quarti degli effettivi totali, il personale di produzione è un vero barometro per il settore, sottolinea l'organizzazione. A causa del rallentamento economico, la contrazione è stata di 3014 unità (-7,1%) a 39'526 posti. Il personale amministrativo è invece progredito così come quello di direzione.
Per quel che riguarda la formazione, la quota di impiegati qualificati è aumentata, raggiungendo il 69,2% contro il 66,5% del 2015. Venticinque anni fa questa categoria raggiungeva solamente un terzo del totale. Il numero di aziende è poi calato da 709 a 699.