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SVIZZERAInvestimenti responsabili: Ethos compie vent'anni

30.01.17 - 11:06
Creata nel febbraio del 1997 a Ginevra con l'obiettivo di gestire i patrimoni di alcune casse pensione, ha saputo conquistarsi l'attenzione delle grandi multinazionali
Investimenti responsabili: Ethos compie vent'anni
Creata nel febbraio del 1997 a Ginevra con l'obiettivo di gestire i patrimoni di alcune casse pensione, ha saputo conquistarsi l'attenzione delle grandi multinazionali

GINEVRA - La Fondazione Ethos festeggia vent'anni di impegno in favore di investimenti socialmente responsabili: creata nel febbraio del 1997 a Ginevra con l'obiettivo di gestire i patrimoni di alcune casse pensione questa istituzione ha svolto un'opera pionieristica in favore dell'azionariato attivo e ha saputo conquistarsi l'attenzione delle grandi multinazionali.

«Per il grande pubblico non è sempre chiaro capire cosa significhi investimento istituzionale attivo», afferma il presidente della fondazione Dominique Biedermann, precisando che Ethos, con i suoi 218 membri - soprattutto istituti di previdenza - amministra i risparmi di oltre un milione di assicurati. In totale si tratta di una somma di 216 miliardi di franchi, ossia un quarto dei fondi pensionistici depositati sul secondo pilastro.

Volto noto da due decenni, Biedermann dirigeva all'inizio di questa avventura la Cassa di previdenza dei docenti e dei funzionari del canton Ginevra e in quell'occasione comincia a far circolare l'idea dei «criteri di sostenibilità»: senza successo, visto che nessun banca mostra interesse per gli emergenti "fondi verdi", fino a quando al progetto aderisce la Cassa di previdenza dell'industria e della costruzione di Ginevra. Nasce così la fondazione di investimenti Ethos: alla fine del primo anno di attività conta 25 associati con un portafoglio di 270 milioni di titoli svizzeri ed europei e subito fa sentire la sua voce nelle varie assemblee generali degli azionisti.

Nel 1998 Ethos figura tra i pochi azionisti che si oppongono alla fusione tra UBS e SBS, mettendo in guardia dai rischi sistemici che tale operazione rappresenta per la piazza finanziaria elvetica. «Nessun ci ha preso sul serio», ma dieci anni più tardi la storia ci ha dato ragione, afferma Biedermann.

Nel 2000 viene istituita la società Ethos Services, che fornisce - a pagamento - prestazioni di consulenza e amministrazione e nel 2004, in collaborazione con la Cassa pensione della città di Zurigo e degli ospedali ginevrini, viene lanciato "Ethos Engagement Pool" (EPP): l'obiettivo è di allacciare un dialogo diretto con le 150 maggiori società quotate in Svizzera nel tentativo di sensibilizzarle alle loro responsabilità sociali e ambientali. Nel 2006 nasce un'iniziativa simile, ma sul piano internazionale. Oggi gli aderenti all'EPP "pesano" 182 miliardi di franchi, ossia l'1,5% della capitalizzazione in Svizzera.

Ethos opera dietro le quinte: rende noti i temi dei suoi interventi, ma non i dettagli, che sono riservati ai suoi membri. Nel corso della sua azione ha messo a segno successi tangibili: nel 2005, ad esempio, quando Ethos presenta una risoluzione contraria al cumulo delle funzioni di CEO e di presidente del cda di Peter Brabeck alla testa di Nestlé, spingendo la multinazionale a rivedere i propri statuti.

Quale il bilancio a distanza di vent'anni? «C'è stata una presa di coscienza, afferma Biedermann. Numerosi investitori hanno cominciato a tener conto dei fattori extra-finanziari, che possono rappresentare un rischio per la performance». Ma l'autoregolamentazione funziona solo a metà. Anche dopo l'entrata in vigore dell'iniziativa Minder sulle retribuzioni eccessive sono ancora troppo poche le aziende quotate che fissano un limite ragionevole ai bonus e ai compensi variabili. Senza contare che metà delle società che figurano sul listino borsistico SPI non hanno ancora regole ambientali e sociali.

In occasione del ventesimo anniversario Ethos ha annunciato il lancio, in collaborazione con la Borsa svizzera, di un proprio indice, denominato l'Ethos Swiss Corporate Governance Index (ESCGI). «La metodologia innovatrice di questo indice permette di ridurre i rischi legati a una cattiva governance, spesso ignorati dagli indici classici», ha spiegato il direttore della Fondazione.

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