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SVIZZERAI tassi d'interesse negativi potrebbero cambiare radicalmente le Banche Cantonali

08.01.16 - 15:58
Secondo l'Unione, lo strumento di politica monetaria voluto dalla BNS potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang e potrebbe provocare cambiamenti strutturali indesiderati
I tassi d'interesse negativi potrebbero cambiare radicalmente le Banche Cantonali
Secondo l'Unione, lo strumento di politica monetaria voluto dalla BNS potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang e potrebbe provocare cambiamenti strutturali indesiderati

ZURIGO - L'introduzione di tassi d'interesse negativi, voluta circa un anno fa dalla Banca nazionale svizzera (BNS), era sembrata allora una soluzione "ragionevole". Questo strumento di politica monetaria potrebbe tuttavia rivelarsi con il tempo un vero e proprio boomerang che potrebbe provocare cambiamenti strutturali indesiderati, secondo l'Unione delle banche cantonali svizzere (UBCS).

In una conferenza stampa odierna, l'associazione ha in particolare accennato ai timori per la previdenza vecchiaia, a causa dei rischi che le casse pensioni sono spinte a correre.

"Non critichiamo la politica attuale della BNS, ma ci interroghiamo sulle conseguenze che un atteggiamento così accomodante avrà a lungo termine", ha affermato alla stampa a Zurigo Urs Müller, presidente dell'UBCS. Secondo l'associazione, i tassi negativi non sono d'altronde riusciti a frenare completamente la spirale del franco forte.

Se per le banche cantonali i tassi negativi non costituiscono per ora un grosso problema, lo potranno diventare in futuro, ha aggiunto Müller.

Il presidente dell'unione si è mostrato restio a commentare più approfonditamente la misura decisa il 15 gennaio 2015 dalla BNS: "con una crescita del PIL inferiore all'1% e un'inflazione stabile o addirittura negativa, non si può davvero parlare di successo", ha detto. Müller ha tuttavia riconosciuto che senza i tassi negativi il contesto economico sarebbe sicuramente peggiore.

La situazione riguardante i tassi di interesse è più "difficile", ha aggiunto il banchiere. Sul fronte degli investimenti, in particolare nel settore della costruzione, è stato ad esempio osservato un forte calo nel 2015. Inoltre, i tassi che interessano l'opinione pubblica, ad esempio quelli relativi ai risparmi, sono scesi leggermente nell'ultimo anno.

I tassi ipotecari hanno dal canto loro segnato un lieve incremento sui dodici mesi, malgrado una contrazione dei tassi direttori. Secondo l'UBCS, ciò costituisce una prova dell'inefficacia delle misure adottate dalla BNS in questo settore. Per Müller, il rischio di una "trappola della liquidità" - vale a dire l'incapacità di una banca centrale di stimolare l'attività economica - esiste.

L'associazione ha anche evidenziato gli effetti collaterali generati dalla politica della BNS, in particolare un discarico dei bilanci pubblici mediante rifinanziamenti vantaggiosi. Sono quindi le collettività pubbliche a beneficiare maggiormente di questo provvedimento.

Il timore maggiore riguarda la previdenza vecchiaia, ha affermato Müller: i fondi pensionistici sono infatti costretti a procedere a investimenti più rischiosi per generare guadagni. Inoltre, l'inflazione non riguarda attualmente le merci bensì i mercati finanziari. Tutti questi fattori sono dei catalizzatori di una possibile bolla finanziaria che potrebbe esplodere in una nuova crisi immobiliare.

La struttura stessa dell'economia svizzera potrebbe risultare modificata in seguito a una prolungata esposizione a tassi negativi, ha concluso il presidente della UBCS. E "ciò non sarebbe in linea con le misure adottate dalla BNS."

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