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GINEVRAIl lusso incontra la tecnologia: 100mila euro per uno smartphone gioiello

31.03.15 - 06:04
Assemblati a mano nell’atelier di Ginevra, i primi cellulari di lusso al mondo sono destinati a un pubblico esclusivamente femminile
Il lusso incontra la tecnologia: 100mila euro per uno smartphone gioiello
Assemblati a mano nell’atelier di Ginevra, i primi cellulari di lusso al mondo sono destinati a un pubblico esclusivamente femminile

GINEVRA - Questa è la storia del lusso che finalmente smette di avere in spregio la tecnologia; di considerarla marginale, accessoria, secondaria al bello che si sfoggia e non possiede utilità: soltanto vanto. «Ecco un gioiello che ha anche una funzione», riflette e dice Alex Savelli: ideatore e designer dei primi smartphone che si acquistano in gioielleria, come un Rolex o un bracciale di diamanti.

"Volevo il Swiss Made" - Destinati a una clientela femminile, incastonati di pietre preziose che fanno lievitare valore e prezzo da 8mila fino a 100mila euro. Il pensiero venne nel corso di un Mba a New York fra il 2007 e il 2008, dopo un’esperienza nel mondo della finanza a Londra. Savelli, classe 1980, padre genovese e madre inglese, maturò l’intuizione. «Il cellulare è un prodotto determinante ormai nella vita di ciascuno, imprescindibile. Ci accompagna quasi alla maniera in cui si porta indosso un vestito. Eppure nessuno, pensavo, ha mai considerato di elevarlo al rango di bene di lusso, oggetto del desiderio: di farne un gioiello». Raccolti «9,5 milioni di euro tra fondi istituzionali e investimenti privati», di una passione ereditata in casa - «la mia famiglia aveva un’azienda del gioiello a Vicenza» - nel 2011 ha fatto una start-up con sede a Ginevra. «Volevo il Swiss made. Il lusso è qui: c’è la tradizione, il know how, i fornitori».

Assemblati a mano - Nasce cosi la Savelli Geneve, che con la sapienza e la pazienza delle mani assembla i suoi pezzi pressoché unici. «Abbiamo inventato un nuovo gioiello, che non esisteva prima d’ora», osserva alludendo a se stesso e al team internazionale, dodici persone in tutto, che ha creduto nel progetto al punto da mettere a disposizione e a rischio la propria professionalità. «In questo senso possiamo dirci una delle aziende più innovative della Svizzera: perché conciliamo due settori che finora non avevano mai dialogato, come il lusso e la tecnologia. La squadra comprende dunque persone che hanno un background tecnologico e persone che provengono dai grandi marchi del lusso, come Rolex. Noi aspiriamo a diventare proprio questo: un nuovo marchio Swiss made, rinomato nel mondo per stile, eleganza e qualità».

Un giardino segreto - Nel 2013 la prima collezione, presentata ai magazzini londinesi Harrods: undici smartphone con sistema operativo Android dal nome allusivo. «Si chiama Jardin-Secret, perché oggi il cellulare racchiude segreti: professionali, sentimentali, fatti di parole o di immagini. Il primo cellulare è stato comprato dalla moglie del primo ministro dell’Azerbaijan. Non ha neanche voluto sapere quanto costasse: 100mila euro». In sordina, la produzione si è arricchita poi di quattro pezzi in edizione limitata con smeraldi, realizzati in collaborazione con Gemfields; a Baselworld sono stati presentati i modelli con rubini.

Duecento clienti nel 2015 - Da tre ore a diverse settimane: il tempo di produzione di uno smartphone si espande e contrae a seconda delle ambizioni del prodotto. «Alcuni gioielli arrivano anche ad avere incastonate 400 pietre». Vietato però conoscere il numero di articoli finora piazzati. «Posso solo dire che la distribuzione è selettiva e non c’è un best-seller: tutte le gamme di prezzo trovano acquirenti nei nostri punti vendita, quindici gioiellerie distribuite nelle città di maggior rilievo internazionale: Parigi, Cannes, St. Tropez, Monaco, Milano, Capri, Roma, Madrid, Abu Dhabi, Macau». Ma a credere alle parole del presidente Enrico Mambelli, in un’intervista rilasciata qualche mese fa, la media è più alta di uno a settimana: «Nel 2014 abbiamo già venduto 50 pezzi e contiamo di arrivare a 80 grazie al Natale. Per il 2015, quando i telefoni avranno anche una nuova release del software, puntiamo a duecento».

Si scommette sui paesi emergenti - Ex Unione Sovietica, Oriente e Medioriente i mercati su cui puntare, senza trascurare l’Europa: «I Paesi emergenti sono prioritari – conclude Savelli - Ma  anche il turista che viene in Occidente è un potenziale acquirente. I nostri clienti sono persone di diversa nazionalità: e gli svizzeri non sono mancati».

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