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Una conferenza di conciliazione è incaricata di trovare una soluzione nel pomeriggio
BERNA - Le due Camere federali non arrivano ad un compromesso sui limiti degli acquisti in contanti, nell'ambito dell'inasprimento delle norme antiriciclaggio in applicazione alle raccomandazioni del Gruppo d'azione finanziaria (GAFI). Il Consiglio nazionale ha oggi preferito - con 126 voti a 60 - il progetto del Consiglio federale rispetto a quello degli Stati. Una conferenza di conciliazione è incaricata di trovare una soluzione nel pomeriggio.
Il Nazionale ha optato per la versione del governo, che prevede il divieto di pagamento in contanti sopra i 100'000 franchi per l'acquisto di beni immobili o mobili senza ricorrere ad un intermediario finanziario che sottostà alle leggi sul riciclaggio di denaro. L'UDC si è opposto con forza a ogni tipo di limitazione.
Si tratta della versione più semplice e meno burocratica, ed è conforme alle esigenze del GAFI, hanno sottolineato numerosi oratori, giudicando il testo della Camera dei cantoni troppo complesso.
Quest'ultimo prevedeva la possibilità di pagare sempre in contanti, ma con un obbligo di diligenza sopra i 100'000 franchi. In particolare, i commercianti avrebbero dovuto verificare l'identità della controparte e documentare la transazione. Qualora un'operazione fosse apparse inusuale, sarebbero stati tenuti a chiarirne le circostanze e informare le autorità competenti.
Alcune divergenze sono state comunque appianate. Ad esempio, le fondazioni ecclesiastiche dovranno essere iscritte nel registro di commercio. Vi sarà comunque un periodo transitorio di cinque anni. Anche in questo caso, l'UDC è stato l'unico partito a cercare di mantenere lo status quo.
Il Consiglio degli Stati si pronuncerà oggi pomeriggio sulla soluzione proposta dalla conferenza di conciliazione.
Ats
