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SVIZZERA"L'iniziativa sull'oro mette a rischio posti di lavoro"

12.11.14 - 06:09
Thomas Jordan, presidente della Banca Nazionale Svizzera (BNS): "Sarebbe fatale se gli elettori decidessero emotivamente"
"L'iniziativa sull'oro mette a rischio posti di lavoro"
Thomas Jordan, presidente della Banca Nazionale Svizzera (BNS): "Sarebbe fatale se gli elettori decidessero emotivamente"

BERNA - Presidente, in questi periodi la si vede un po’ dappertutto sui media, come non era mai accaduto prima. Forse perché teme l’iniziativa sull’oro?
“Abbiamo semplicemente il dovere di presentare alla popolazione i contenuti di questa iniziativa e di spiegare quali sarebbero le conseguenze negative nel caso in cui dovesse venire accettata”.

Parla come se stesse conducendo una campagna politica. In verità la BNS è un’istituzione apolitica. Gli altri contrari all’iniziativa hanno fallito?
“La BNS non conduce nessuna campagna di voto e credo, inoltre, che i contrari stiano portando avanti la loro campagna. Sui temi che non attengono la Banca Nazionale siamo molto prudenti, ma in questo caso si tratta di un’iniziativa che riguarda da vicino i nostri compiti e la nostra capacità di realizzarli a medio e lungo termine”.

E non riuscireste più a svolgerli se vincesse il “Sì”?
“Le richieste degli inizianti indebolirebbero la Banca Nazionale e, sul lungo termine, la paralizzerebbero. Non riusciremmo più a svolgere il nostro compito principale, ossia quello di mantenere i prezzi stabili. Anche in caso di turbolenze economiche non saremmo più in grado di reagire. L’errore fatale di base sta proprio nel combinare una quota minima di oro obbligatoria con il divieto di venderlo”.

Ciò significa che se nei tempi di crisi dovrete intervenire con un aumento di denaro da iniettare sul mercato sarete poi obbligati ad acquistare oro nella stessa quantità…
“… e se vorremo poi diminuire il bilancio ciò avverrebbe soltanto con la vendita di altre voci attive, in quanto ci sarebbe assolutamente proibito vendere l’oro. Così facendo prima o poi ci ritroveremmo esclusivamente dell’oro nei nostri forzieri. E in caso di inflazione, ossia una diminuzione di valore del denaro, risulterebbe più difficile per noi reagire e far diminuire la massa di denaro in circolazione. La stabilità sarebbe in pericolo”.

Lo scenario è inquietante...
“Sì, perché l’iniziativa avrebbe degli effetti nefasti sulla Svizzera. Se noi ci ritroviamo tra le mani soltanto dell’oro che non riusciamo più a vendere non siamo in grado di adattare le nostre politiche monetarie alla situazione economica. Dato che né i prezzi né la situazione economica generale sarebbero stabili, con l’accettazione dell'iniziativa si metterebbero a rischio molti posti di lavoro”.

Lei ha citato il tema dell’inflazione. In questo momento non è più che altro la deflazione a rappresentare un pericolo della caduta dei prezzi?
“Ora siamo a inflazione zero. A seconda della situazione, con un contraccolpo negativo, che potrebbe arrivare ad esempio dall’economia dell’Unione europea, i tassi potrebbero passare in negativo. Ritengo che il cambio minimo sia lo strumento più importante a disposizione per mantenere i prezzi stabili e fermare la deflazione”.

Ciò significa che un abbandono del cambio minimo non è ancora in previsione.
“No, non in tempi prevedibili”.

La Banca Nazionale esercita sempre più potere ed è sempre più attiva nell’economia. E’ questa la direzione giusta o vi è il rischio che prima o poi entrerete in conflitto con la politica?
“Lei si sbaglia. Il nostro compito è di difendere la stabilità dei prezzi e tener conto della congiuntura. Bisogna notare che durante la crisi finanziaria si sono presentati diversi rischi che avrebbero potuto causare a un collasso dell’economia. Soltanto grazie all’intervento delle banche centrali mondiali e alla Banca Nazionale in Svizzera si è riusciti ad evitare il peggio”.

Gli iniziativisti hanno argomentato dicendo che con l'oro conservato in Svizzera, saremo in grado di difenderci dalla crisi e assicurare così stabilità alla nazione.
"Contro la crisi vale una giusta politica monetaria della Banca Nazionale. Avere poco oro non è mai stato un problema nella crisi economica. Abbiamo ancora molto oro, abbiamo addirittura la più alta quantità di oro pro capite al mondo. Il problema era il franco forte. Abbiamo avuto una massiccia rivalutazione, e tutto ciò ha generato gravi problemi nel complesso dell'economia svizzera. Dobbiamo fare in modo di ridurre gli effetti di questi elementi di disturbo nell'interesse del nostro Paese.

Se è chiaramente negativa, come si spiega allora il consenso popolare così forte a favore dell'iniziativa? Nei sondaggi vincono i favorevoli.
"Questo dimostra quanto sia importante una discussione obiettiva attorno al tema. L'oro è una questione altamente emotiva e così accade anche per la campagna di voto. Ora dobbiamo cercare di presentare i punti essenziali in modo chiaro e oggettivo. Sarebbe disastroso se l'elettorato prendesse decisioni solo sulla base di argomenti emotivi, decisioni che non sono nell'interesse del cittadino e dell'intero Paese".

Ci sarà pur qualcosa di positivo in questa iniziativa.
"Se ci fermiamo a riflettere scopriamo che l'iniziativa serve solo a coloro che speculano con l'oro e con le valute estere. Sperano che il prezzo dell'ora possa aumentare, e quindi vogliono approfittarsi dell'iniziativa. L'iniziativa indebolisce la Banca Nazionale".

Gli speculatori stapperanno una bottiglia di champagne qualora dovesse passare l'iniziativa.
"Ne stapperanno sicuramente due. Coloro che da due anni a questa parte si sono buttati sull'oro, hanno perso almeno un terzo del loro investimento. Ora sperano che qualcuno li aiuti. Secondo il punto di vista degli speculatori non c'è niente di meglio di colui che acquista grandi scorte di oro e non li porta sul mercato".

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