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VALLESE / ITALIASiriana respinta perde il figlio, indagano le Guardie di confine

10.07.14 - 10:48
La donna faceva parte di un gruppo di migranti che il 4 luglio scorso era partito in treno da Milano diretto a Parigi
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Siriana respinta perde il figlio, indagano le Guardie di confine
La donna faceva parte di un gruppo di migranti che il 4 luglio scorso era partito in treno da Milano diretto a Parigi

BERNA - Il caso di una migrante siriana preoccupa il Corpo delle guardie di confine svizzere (Cgcf) e un'interrogazione è stata presentata anche al Parlamento italiano. Durante un'operazione di rinvio la donna non sarebbe stata assistita e a Domodossola ha perso il bimbo che aveva in grembo. Sul caso il Cgcf ha aperto un'inchiesta.

 

Interrogato sull'accaduto, il responsabile del corpo delle guardie di confine Jürg Noth ha affermato di aver "avuto conoscenza di un incidente medico avvenuto in un ospedale di Domodossola al termine di un'operazione di rinvio. Sul caso ho immediatamente aperto un'inchiesta", ha aggiunto.

 

La donna faceva parte di un gruppo di migranti che il 4 luglio scorso era partito in treno da Milano diretto a Parigi. Al confine con la Francia è stata respinta e affidata alle autorità svizzere per il rinvio in Italia. In Svizzera, durante il tragitto di ritorno la donna, incinta di sette mesi, avrebbe avuto forti perdite di sangue. Il marito che era con lei ha affermato alla televisione di aver più volte chiesto aiuto, ma le autorità svizzera non avrebbero reagito. Al suo arrivo a Domodossola, la siriana si è accasciata ed è stata soccorsa e ricoverata in ospedale dove il bimbo è nato morto.

 

Il medico italiano che l'ha curata ha criticato le autorità elvetiche e in particolare ha affermato alla televisione che "se la donne fosse stata aiutata in Svizzera si sarebbe potuto evitare la disgrazia".

 

Dal canto suo Jürg Noth ha affermato di essere "molto colpito" e ha espresso ai familiari della donna il suo rammarico per l'accaduto.

 

Durante il tragitto di ritorno tra Vallorbe (VD) e Domodossola, la responsabilità del gruppo di rifugiati era delle guardie di frontiera svizzere, ha precisato Noth a "10vor10". Adesso sarà fatta luce sulla vicenda e si dovrebbe saperne di più alla fine della settimana.

 

In Italia intanto il caso è finito il Parlamento: il deputato Enrico Borghi (Pd) ha reso noto di aver presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, affinché sia fatta luce sulle responsabilità e sull'attuazione delle norme internazionali.

 

Ats

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