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BERNAParlano gli ufficiali che dicono no ai Gripen: "L’Esercito ha altre lacune da colmare"

13.05.14 - 07:23
L’acquisto dei Gripen impallinato dal fuoco amico di un gruppo di ufficiali: "È una scelta affrettata e costosa"
Ti Press
Parlano gli ufficiali che dicono no ai Gripen: "L’Esercito ha altre lacune da colmare"
L’acquisto dei Gripen impallinato dal fuoco amico di un gruppo di ufficiali: "È una scelta affrettata e costosa"

BERNA - «Ci sembra una scelta affrettata. Le truppe hanno altre priorità». Anche dai ranghi dell’Esercito svizzero si levano voci contrarie all’acquisto dei 22 aerei da combattimento Gripen. Non sono mezze cartucce sparate a salve, ma granate scagliate da un comitato di ufficiali pronti a depositare il loro No nell’urna il 18 maggio. Hanno lanciato un appello che in due giorni ha raccolto l'adesione di quattordici graduati. Gente che per anni ha esibito con orgoglio spaghetti, lasagne (no, stelline no, sarebbe stato troppo) sulle divise e che adesso alza l’indice dalla trincea. Per dire che il pensiero in fondo è libero, «ed è nostra responsabilità di cittadini e ufficiali esprimerci sulle  questioni politiche di sicurezza. Tanto più quando si profila una cattiva scelta».

 Non sono tre miliardi le ragioni del dissenso, ma tre di sicuro, come racconta Roland Fischer, 49 anni, lucernese, consigliere nazionale dei Verdi Liberali e, in grigioverde, capitano della difesa... contraerea: «Per noi è importante che prima si decida sullo sviluppo futuro dell’Esercito e solo in seguito si facciano gli investimenti più onerosi. Invece sta avvenendo il contrario» sostiene Fischer. Ma l’ufficiale “dissidente” dice no anche... «Perché ci sono altre lacune da colmare a livello di equipaggiamento delle truppe. Prima andrebbe acquistato questo materiale. Faccio un altro esempio: nella forza aerea non c’è ancora una sorveglianza sulle 24 ore. Per noi questa sarebbe la priorità, anziché acquistare un nuovo aereo». Prima dei Gripen, secondo il capitano, «andrebbero sanate le lacune sul terreno della difesa contro i missili di media e lunga distanza». Come detto all’inizio è una questione di priorità: «Sappiamo bene che gli F/A-18 dovranno essere sostituiti entro il 2030-35. A quel momento si potrà discutere di un nuovo aereo, ma oggi è troppo presto e troppo caro». 

È stata dura, gli chiediamo, profilarsi su questo tema? Vi bolleranno come “traditori dell’Esercito”... «Con me nel comitato – sottolinea Fischer –  ci sono molti anziani militari e solo qualcuno è ancora in servizio. Conta però il fatto che siano persone con esperienze militari. Certo è probabile, secondo la mia esperienza, che la maggior parte degli ufficiali attivi voteranno a favore dei Gripen. Ma penso che ve ne saranno anche parecchi contrari». Insomma nessun tradimento...? «Ma come politico e cittadino svizzero è giusto che si possa decidere indipendentemente dall’opinione dei vertici dell’Esercito. Questa è la democrazia diretta. Il risultato sarà comunque molto tirato».

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