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ZURIGODetenzione a vita per un uxoricida

03.05.21 - 15:35
Il 50enne aveva annegato la moglie in una vasca da bagno a Küsnacht nel 2014.
20min/Thomas Mathis
Il Tribunale distrettuale di Meilen dove si è svolto il processo.
Il Tribunale distrettuale di Meilen dove si è svolto il processo.
Fonte ats
Detenzione a vita per un uxoricida
Il 50enne aveva annegato la moglie in una vasca da bagno a Küsnacht nel 2014.
L'uomo era già recidivo: aveva già infatti tentato di uccidere la donna nel 2012 a Maiorca. Per questo è stato riconosciuto colpevole anche di tentato assassinio.

ZURIGO - Il tribunale distrettuale di Meilen (ZH) ha condannato oggi un 50enne svizzero alla detenzione a vita per aver ucciso la moglie nel 2014 a Küsnacht (ZH), annegandola nella sua vasca da bagno, dopo aver cercato di ammazzarla già nel 2012 a Maiorca. L'uomo è stato riconosciuto colpevole di tentato assassinio e assassinio. La sentenza non è ancora definitiva.

Per la corte, un insieme di prove non lascia dubbi sulla colpevolezza dell'imputato. Il 50enne è stato anche condannato per tentata frode, per aver cercato di beneficiare dell'assicurazione sulla vita della moglie, che ammontava a 500'000 franchi.

Tutto è venuto alla luce proprio grazie alla compagnia assicurativa che, dubbiosa, ha ordinato una perizia, dalla quale è stato appurato che la morte della donna per annegamento era stata causata da fattori esterni e non si era trattato di un semplice incidente, come sostenuto dal marito.

Da quel momento è stato riesaminato anche l'incidente che nel 2012 a Maiorca, dove la coppia era in vacanza, aveva gravemente ferito la donna, rendendola disabile. Anche in quel caso le autorità si erano fino ad allora basate sulle dichiarazioni del marito, secondo il quale la moglie si era gettata dalla finestra con l'intenzione di suicidarsi.

Secondo un rapporto psichiatrico, l'imputato ha tratti di personalità narcisistica e antisociale, è manipolatore, dominatore e ha una propensione all'aggressività e alla delinquenza. Sussiste inoltre un alto rischio di recidiva.

I giudici hanno seguito la tesi della procura, secondo la quale il 18 dicembre 2012, la notte dopo il loro arrivo a Maiorca, l'imputato ha picchiato la donna al volto. Ha poi guidato la sua auto contro di lei, rompendole rotule e femori, tanto da renderla incapace di camminare.

La donna ha passato più di un anno in ospedale, senza ricordare nulla dell'incidente. Mentre era ricoverata, il marito ha divorziato da lei, senza dirlo a nessuno. Il 16 aprile 2014 l'uomo ha prima scottato la donna con dell'acqua bollente, poi l'ha portata in bagno e l'ha affogata nella vasca.

La difesa ha chiesto l'assoluzione e l'immediato rilascio del 50enne, che ha passato quattro anni in detenzione preventiva. Ha inoltre reclamato un risarcimento di quasi 4 milioni di franchi per le perdite economiche provocate dall'incarcerazione e 400'000 franchi per torto morale.

Il legale ha pure criticato la compagnia di assicurazione per aver sporto denuncia solo per evitare di dover versare all'imputato 500.000 franchi. Le perizie sull'incidente di Maiorca sono piene d'imprecisioni e pregiudizi e quindi non dovrebbero essere utilizzate dal tribunale, ha aggiunto.

Secondo la difesa, l'accusa ha messo insieme un dossier di prove scartando elementi che scagionerebbero l'uomo. L'avvocato ha anche messo in dubbio le conclusioni delle perizie, talvolta contraddittorie, sulle cause della morte della donna.

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