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ZURIGO«Questo aumento mi preoccupa»

08.10.20 - 08:21
L'infettivologo Philippe Eggimann dice la sua sull'impennata di casi in Svizzera.
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Fonte 20 Minuten
«Questo aumento mi preoccupa»
L'infettivologo Philippe Eggimann dice la sua sull'impennata di casi in Svizzera.
Le prospettive non sono delle migliori: «Se l'epidemia va fuori controllo, ci sono solo due opzioni: un nuovo lockdown o una massiccia infezione»

ZURIGO - Signor Eggimann, ieri l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha segnalato oltre 1'000 casi di coronavirus in Svizzera, nelle sole 24 ore. Come valuta la situazione?
«Questa impennata mi preoccupa. Si è stabilizzato il numero di contagi nella Svizzera occidentale, cosa che attribuisco alle misure adottate dai cantoni a metà settembre. Ma il numero di casi è in aumento in quasi tutte le altre regioni della Svizzera. Rispetto a paesi come la Spagna o la Francia, siamo ancora in una posizione vantaggiosa. A Parigi, ad esempio, il 40 per cento dei letti di terapia intensiva è già occupato da persone affette da coronavirus. Questo deve essere evitato».

I ricoveri ospedalieri sono ancora bassi in Svizzera...
«Sì, finora sono aumentati solo leggermente. I gruppi a rischio, gli anziani e quelli con precedenti malattie, si proteggono meglio rispetto a quanto accadeva in primavera. Se però il virus si diffonde tra la popolazione, diventerà sempre più difficile per loro prevenire l'infezione. Inoltre, c'è l'inverno in agguato. Una persona che soffre di un'altra malattia respiratoria come l'influenza stagionale, e starnutisce, diffonde le goccioline oltre i sei-otto metri. Le mascherine diventano quindi ancora più importanti».

Secondo Berset molti contagi sono dovuti alle feste private. C'è bisogno di nuove misure? Berlino, ad esempio, ha introdotto il coprifuoco e ha vietato le riunioni fra più di dieci persone.
«Se la situazione non dovesse cambiare, saranno inevitabili nuove misure come il tetto al numero di persone che possono partecipare a celebrazioni private».

Cosa devono fare adesso i Cantoni?
«Abbiamo molta più esperienza ora rispetto a questa primavera. Le misure prese a Ginevra e Vaud stanno funzionando. Ciò include la chiusura dei locali, ma anche l'obbligo di mascherina nei ristoranti se non si è seduti a tavola. Inoltre, questi cantoni hanno intensificato la tracciabilità. Anche i cantoni svizzero tedeschi potrebbero utilizzare tali misure per frenare l'aumento».

Con 1'000 casi al giorno, il tracciamento dei contatti sta raggiungendo i suoi limiti. La Svizzera deve dire addio alla cosiddetta strategia di contenimento, quindi non monitorare più tutte le catene d'infezione, ma proteggere solo i gruppi a rischio?
«No, al contrario. La tracciabilità dei contatti è efficiente. Se l'epidemia va fuori controllo, ci sono solo due opzioni: un nuovo lockdown o una massiccia infezione. Entrambi sono inaccettabili».

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COMMENTI
 

bami57 3 anni fa su tio
Tranquilli, la stragrande maggioranza delle persone sta benissimo:)

miomiomio76 3 anni fa su tio
L occupazione ospedaliera ??? Ma davvero ??? Con quello che pago e che non uso dovrei avere un letto disponibile alle Bahamas.... tanta paranoia inflitta dai giornali .... nella seconda ondata ci sono tanti guariti, tanti asintomatici che mandiamo avanti L economia .... proteggere si !!!!le persone a rischio , che non rappresentano L intero paese, ma non “ammazzate” l’economia o rovinerete ancora più persone con un nuovo lockdown ....

pillola rossa 3 anni fa su tio
Opto per la "massiccia" infezione!
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