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SVIZZERAIn carcere per la vendita di capolavori che non gli appartenevano

17.08.20 - 15:43
Il Tribunale d'appello zurighese ha confermato la condannato di un 53enne che curava la collezione AXA
Archivio Keystone
Fonte ATS
In carcere per la vendita di capolavori che non gli appartenevano
Il Tribunale d'appello zurighese ha confermato la condannato di un 53enne che curava la collezione AXA

ZURIGO - Il tribunale d'appello del canton Zurigo ha confermato la sentenza a 39 mesi di carcere nei confronti di uno storico dell'arte e avvocato tedesco di 53 anni. In qualità di curatore della collezione d'arte dell'assicuratore AXA Winterthur, l'uomo ha venduto a terzi almeno 165 opere, pur non avendone le competenze.

Nel giugno del 2019 il 53enne era stato condannato in prima istanza, dal tribunale distrettuale di Winterthur (ZH), a 39 mesi da scontare per ripetuta appropriazione indebita. La sentenza prevedeva anche che l'imputato si sottoponesse a una terapia ambulatoriale, cosa che l'uomo aveva del resto già iniziato a fare.

Disturbo bipolare - La perizia psichiatrica aveva diagnosticato al 53enne cittadino tedesco un disturbo bipolare, con un'alternanza di fasi maniacali e depressive, come pure una leggera riduzione della capacità d'intendere e di volere al momento dei fatti.

La procura chiedeva quattro anni di reclusione da scontare con l'accusa di furto per mestiere, mentre la difesa voleva una pena detentiva non superiore a cinque mesi oppure un massimo di 150 aliquote giornaliere con la condizionale e un periodo di prova di due anni.

Secondo l'avvocato difensore, la decisione del tribunale di primo grado non tiene sufficientemente conto della malattia mentale di cui soffre l'imputato. Inoltre, la corresponsabilità di Axa è ampiamente ignorata: se l'assicuratore avesse adeguatamente supervisionato il lavoro del curatore d'arte, le sue azioni sarebbero state scoperte molto prima e il danno sarebbe stato minore.

Opere vendute per proprio tornaconto - Il prevenuto, avvocato e storico dell'arte, è stato assunto da AXA Winterthur nel 2006 e dal 2007 è diventato curatore della collezione di opere della società di assicurazioni. In questa funzione aveva il compito di tenere un inventario e, se necessario, di consegnare le opere a esperti per il restauro o la riparazione.

L'uomo era responsabile anche delle opere di proprietà dei clienti di AXA Winterthur, ma la vendita di opere d'arte era espressamente esclusa dalle sue competenze. Le opere vendute dall'imputato, alcune delle quali di noti artisti, sono in totale 165. Il ricavato, per circa 1,1 milioni di franchi, è servito a finanziare un'azienda attiva nel settore dell'arte di sua proprietà.

Rimborsi per 400'000 franchi - Il commercio illegale venne alla luce nel 2016, quando un acquirente scoprì un adesivo di AXA su un dipinto messo in vendita a un'asta online e informò la compagnia di assicurazione. AXA sporse allora una denuncia.

Fra le parti lese figurano, oltre alla stessa AXA, anche il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e diversi privati. Tutti hanno formulato richieste di risarcimento in sede civile.

Durante il processo è emerso che il 53enne ha recentemente firmato un accordo con AXA, la quale riceverà un rimborso di circa 400'000 franchi distribuiti su circa nove anni.

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