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Kuster: «Morto il primo bambino contagiato da Coronavirus»

BERNAKuster: «Morto il primo bambino contagiato da Coronavirus»

29.05.20 - 14:04
I dati odierni: «32 nuovi casi. Il numero più alto della settimana»
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Kuster: «Morto il primo bambino contagiato da Coronavirus»
I dati odierni: «32 nuovi casi. Il numero più alto della settimana»
Il monito del nuovo capo della divisione Malattie trasmissibili dell'UFSP: «Il virus è ancora tra noi, non dimentichiamolo»

BERNA - Un numero relativamente alto di nuovi contagi e un bimbo morto. Da Berna si è fatto oggi il nuovo punto della situazione sul Coronavirus. È stata una prima per Stefan Kuster, nuovo capo della divisione Malattie trasmissibili dell'UFSP che sostituisce Daniel Koch, il volto onnipresente di questa crisi pandemica ed esperto Covid-19 della Confederazione, andato in pensione.

Assieme a lui erano presenti anche Mario Gattiker (direttore della Segreteria di Stato della migrazione), Susanne Kuster (vicedirettore dell'Ufficio federale di giustizia), Barbara Perriard (capo sezione diritti politici, BK) e Stephan Brunner (sezione giuridica della Cancelleria federale).

Numero più alto di infezioni della settimana - È proprio Kuster il primo a prendere parola. Snocciolando subito i dati odierni: 32 nuovi casi confermati, per un totale di 30'228 dall'inizio della pandemia. «Questo è il numero più alto di nuove infezioni da questa settimana». Poi una di quelle notizie che non si vorrebbero sentire: «Per la prima volta, un bambino (un neonato sotto l'anno d'età) contagiato da Coronavirus, è morto. Nel Canton Argovia», ha sottolineato.

Per quanto riguarda le altre cifre, sono 43 i pazienti ancora ricoverati in terapia intensiva. Ad oggi ci sono 165 persone in isolamento, quasi 400 in quarantena. Il numero di decessi è salito a 1'655, due in più di ieri. Il tasso quindi è di 19 morti ogni 100'000 abitanti.

«Il virus è ancora lì, dobbiamo tenerlo a mente - ha ricordato Kuster -. Le regole di distanza sociale valgono ancora. È l'unico modo per proteggerci dalle infezioni», avverte Kuster rimarcando l'importanza dell'uso delle mascherine. 

Dal 15 si torna a muoversi nei paesi vicini - Mario Gattiker, invece, ha fornito aggiornamenti (pochi) circa le attese riaperture verso l'estero: «Il Consiglio federale ha deciso che dall'8 giugno tutte le domande di permessi di lavoro saranno riesaminate. Anche il ricongiungimento familiare dovrebbe essere nuovamente possibile. Il puro turismo commerciale rimane proibito».

Dal 15 giugno, invece, si tornerà alla libertà di movimento illimitata da e verso i paesi vicini (ma non viene menzionato il caso Italia). Ciò significa anche che la Svizzera potrà essere sfruttata come via di transito. Cadrà anche il divieto di libera circolazione delle persone. E dal 6 luglio si dovrebbe essere in grado di viaggiare in tutta l'area Schengen. «Ma ovviamente ciò richiede anche accordi internazionali», afferma Gattiker.

Gattiker riassume: «Fino al 15 giugno, restano valide le restrizioni all'ingresso e ci saranno ulteriori controlli». 

Anche le disposizioni anti covid restano valide - Per Susanne Kuster, vicedirettrice dell'Ufficio federale di giustizia, non è ancora tempo di parlare di fine della crisi: «Sarebbe controproducente far decadere dal 19 di giugno le disposizioni per l'emergenza covid. Spetta comunque al parlamento decidere se e cosa modificare».

Iniziative e referendum di nuovo possibili - Barbara Perriard, della Cancelleria federale, informa invece sulla revoca della sospensione collettiva per iniziative e referendum. Presto sarà possibile ricominciare con le raccolte firme. «Non avrebbe senso proseguire su questa linea visti gli allentamenti».

È quindi il momento delle domande dei giornalisti:

Sul piccolo morto ad Argovia, Kuster sottolinea: «Sappiamo che i bambini si ammalano meno spesso e mostrano un decorso meno grave della malattia. Ecco perché prendiamo molto sul serio questo triste caso».

Sulla risalita del numero di contagi, sempre Kuster: «Vediamo spesso un aumento di casi alla fine della settimana. Non esiste una soglia fissa al di sopra della quale ci si dovrebbe preoccupare. Dobbiamo essere vigili e agire se riteniamo che i numeri stiano andando nella direzione sbagliata».

In merito al numero relativamente alto di persone contagiate in Argovia (e alla possibile connessione con la morte del bambino), Kuster spiega: «Non so nulla riguardo a focolai o un'ondata crescente di contagi nel Canton Argovia. Pertanto non posso fornire risposte dettagliate al riguardo».  «In realtà - aggiunge - ci sono cantoni che non hanno ancora segnalato numeri relativi alle persone in quarantena. Ma nella stragrande maggioranza dei casi in cui non vengono pubblicati casi, ciò significa che non hanno persone in quarantena».

Nessuna novità sul fronte Italia: «Siamo in stretto contatto con le autorità italiane, ma non solo con l'Italia, anche con Francia e Germania - spiega Gattiker -. Spero che le cose si chiariranno nei prossimi giorni. Per il momento non ho novità in questo senso».

Vacanza all'estero? «Il Consiglio federale ha fissato la sua agenda. Presume che dal 6 luglio l'area Schengen sarà di nuovo aperta. Certo, questo dovrà essere discusso a livello internazionale», sottolinea Gattiker. «Si prevede un ritorno alla normalità. Ma è molto complesso, c'è "un patchwork di soluzioni" al vaglio».

Kuster risponde alla domanda circa la provenienza del bimbo morto (Sembra che si sia ammalato in Macedonia): «Sono in corso accertamenti. Al momento è chiaro solo che è morto nel Canton Argovia».

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