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ZURIGOCarlos non ci sta e ricorre in appello

07.11.19 - 11:21
La condanna a una terapia psichiatrica stazionaria non convince l'avvocato del giovane pluri-pregiudicato: «La terapia non rappresenta una via per il mio assistito»
Keystone (archivio)
Carlos non ci sta e ricorre in appello
La condanna a una terapia psichiatrica stazionaria non convince l'avvocato del giovane pluri-pregiudicato: «La terapia non rappresenta una via per il mio assistito»

ZURIGO - L'avvocato del giovane pluri-pregiudicato zurighese noto con il soprannome di "Carlos" ha annunciato un ricorso in appello contro la sentenza del Tribunale distrettuale che ieri ha ordinato una terapia psichiatrica stazionaria per il 24enne.

«Faremo appello», ha dichiarato il difensore alla Neue Zürcher Zeitung. Considerati i precedenti, l'avvocato ritiene peraltro che una terapia non rappresenti una via percorribile per il suo assistito.

Il Tribunale distrettuale di Dielsdorf (ZH), che per motivi di spazio si è riunito a Zurigo, ha condannato ieri "Carlos" - che oggi preferisce essere chiamato con il suo nome di battesimo, ossia Brian - a una pena supplementare di 4 anni e nove mesi di detenzione per una serie di aggressioni ai danni di secondini, poliziotti e altri detenuti.

La condanna è però sospesa in favore di una misura terapeutica stazionaria, conosciuta nel gergo giudiziario anche come "piccolo internamento". In pratica si tratterà di verificare ogni cinque anni se la terapia è efficace e se è necessario prolungarla.

Il problema è che Brian alias "Carlos" si è sempre opposto a qualsiasi forma di terapia. Secondo una perizia esiste tuttavia una «piccola probabilità» che una simile misura possa essere efficace.

Il 24enne è attualmente detenuto nel penitenziario di Regensdorf (ZH), dove rimarrà in regime di carcerazione di sicurezza almeno fino al 6 maggio 2020.

Il nuovo processo che sarà convocato davanti al Tribunale cantonale non sarà del resto l'ultimo ad interessare l'appassionato di "boxe thailandese". Ancor prima che si aprisse l'ultimo processo, il Ministero pubblico ha infatti aperto un nuovo procedimento, ancora una volta per fatti avvenuti all'interno del penitenziario.

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