Un «racconto da brividi» quello fornito dalla svizzera, prima scomparsa e poi ritrovata ad Agrigento. Si sospetta la violenza sessuale, ma è da verificare l'attendibilità della giovane
AGRIGENTO - Prima la richiesta d'aiuto, poi la scomparsa, infine il ritrovamento. È una vicenda con molti aspetti oscuri quella che ha riguardato nelle ultime ore una turista svizzera data per dispersa in quel di Agrigento.
La giovane - stando ai portali di informazione locali -, aveva inviato una richiesta d'aiuto con un messaggio audio su Whatsapp a un’amica residente in Svizzera. «Mi hanno rapita e uno ha allungato le mani», avrebbe detto la 20enne, asserendo di trovarsi ad Agrigento e menzionando una piazza del centro cittadino.
Per questo motivo, allertate, le forze dell’ordine hanno inizialmente concentrato le ricerche in città. Contemporaneamente è stata fatta circolare una foto della giovane per procedere eventualmente all’identificazione da parte di passanti o testimoni. Poi la svolta, la svizzera - come noto - è stata ritrovata in stato confusionale e impaurita alla Scala dei Turchi, nota parete rocciosa che si erge sul mare.
Solo dopo le prime cure mediche la donna è stata interrogata dai militari del Nucleo Operativo di Agrigento, che ora dovranno dunque venire a capo dell’intera vicenda. Le prime ipotesi andrebbero su di un ipotetico episodio di violenza sessuale. Ma c'è pure da verificare l'attendibilità delle dichiarazioni della giovane.