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ZURIGO«Swisscom viola la concorrenza»

10.10.19 - 10:44
A sostenerlo è zip.ch, società che gestisce l'omonimo elenco telefonico online e agenzia digitale per le PMI
keystone (archivio)
«Swisscom viola la concorrenza»
A sostenerlo è zip.ch, società che gestisce l'omonimo elenco telefonico online e agenzia digitale per le PMI

ZURIGO - Ancora problemi tra l'operatore Swisscom e zip.ch, società che gestisce l'omonimo elenco telefonico online e agenzia digitale per le PMI: quest'ultima impresa ha denunciato alla Commissione della Concorrenza (COMCO) l'elenco elettronico Localsearch, di proprietà esclusiva di Swisscom dalla fine del 2018, per il suo prodotto "Swiss List Starter".

Stando a una nota odierna di zip.ch, a causa della sua posizione dominante sul mercato degli elenchi elettronici, Localsearch ha messo a punto una manovra abusiva e senza precedenti con Swiss List Starter, volta a bloccare l'intero mercato dei prodotti di marketing digitale.

Concretamente, Swisscom avrebbe obbligato oltre 300 mila aziende a siglare un contratto di marketing digitale non richiesto. Di fatto, le ditte coinvolte devono pagare tre volte più caro il collegamento automatico alla rubrica che sfocia nella creazione automatica di un profilo su "Google My Business" e Bing. In caso di rifiuto, a partire dal gennaio 2020 le aziende in questione non avrebbero più alcuna possibilità di collegarsi alla rispettiva rubrica presente negli elenchi "local.ch" e "search.ch".

La rubrica, specifica la nota di zip.ch, è parte importante di ogni elenco. Quando un utente cerca un servizio, solo una ricerca per categoria gli dà accesso a un elenco di professionisti in grado di fornirgli ciò che cerca. È il caso, ad esempio, della ricerca di un pediatra (settore: pediatria) o di un servizio di soccorso in una determinata località.

Lo scorso aprile, localsearch ha inviato a tutti i lavoratori e imprese indipendenti iscritti nei propri elenchi in una o più rubriche, ossia a più di 300'000 soggetti, una lettera con tutte le caratteristiche di una semplice pubblicità commerciale che in realtà, senza un'esplicita reazione del destinatario entro 30 giorni, ha portato alla conclusione automatica di un contratto per il nuovo Swiss List e quindi all'aumento del precedente importo di 22.90 franchi per una rubrica a 59.90 franchi all'anno.

Oltre a rendere praticamente impossibile disdire il contratto, pena l'impossibilità di figurare nelle rubriche di local.ch, search.ch e degli elenchi telefonici cartacei, le aziende sono obbligate ad accettare servizi non richiesti da parte di "Google My Business" e "Bing" che rappresentano un potenziale rischio, sia perché possono accedere ai dati dell'azienda in questione, sia perché ciò li espone al giudizio e ai consigli degli internauti.

Raggiunto dall'agenzia AWP, un portavoce di "local.ch" ha detto di non potersi esprimere sui particolari della denuncia. Tuttavia, ha aggiunto che l'azienda si dice sorpresa dai rimproveri ritenuti ingiustificati, che «respinge in blocco». La società si comporta nel rispetto della legge e nell'interesse dei propri clienti, ha sottolineato il portavoce. Oltre a ciò, la cifra di 300 mila clienti menzionata da "zip.ch" «è falsa"»: si tratta della metà.

Non è la prima volta che zip.ch e Swisscom giungono ai ferri corti. Il 28 giugno 2018, zip.ch aveva denunciato alla Commissione federale delle comunicazioni (COMCOM) severe violazioni nella gestione degli elenchi universali pubblici da parte dell'operatore elvetico di proprietà della Confederazione. Zip.ch aveva quantificato i danni in quasi 100 milioni di franchi.

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