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BASILEA CAMPAGNAAccompagnò una donna al suicidio, Erika Preisig processata per omicidio

30.06.19 - 10:07
L'accusa è di aver dato la morte a una donna in stato depressivo incapace di giudizio
Keystone
Accompagnò una donna al suicidio, Erika Preisig processata per omicidio
L'accusa è di aver dato la morte a una donna in stato depressivo incapace di giudizio

MUTTENZ - Il Tribunale penale di Basilea Campagna processerà da mercoledì prossimo per omicidio intenzionale a Muttenz la dottoressa Erika Preisig, che offre un servizio di assistenza al suicidio. L'accusa è di aver dato la morte a una donna in stato depressivo incapace di giudizio. La sentenza è attesa per il 9 luglio dopo quattro giornate di dibattimenti.

L'accompagnamento al suicidio nel mirino della Procura era avvenuto nel giugno 2016. La donna di 67 anni, che viveva in una casa per anziani del cantone renano, si era rivolta alla fondazione Eternal Spirit della 61enne dottoressa, dopo che, tre anni prima, la più nota associazione Exit si era rifiutata di aiutarla a togliersi la vita.

Secondo il pubblico ministero la donna, che rifiutava tutti i suggerimenti terapeutici e ripeteva il suo desiderio di morire, soffriva di uno stato depressivo recidivo e di disturbi somatici, malattie "puramente psichiche" e non mortali. Inoltre non era capace di discernimento.

Erika Preisig l'ha accompagnata al suicidio nel locale ad hoc di Eternal Spirit a Liestal senza richiedere prima una perizia psichiatrica indipendente, afferma l'atto d'accusa, ma redigendo lei stessa in qualità di medico un rapporto destinato alla fondazione da lei presieduta. Inoltre, aveva ordinato soltanto "un breve referto a un medico di famiglia che conosceva". Ha così coscientemente deciso, su una base insufficiente, che la donna era in grado di intendere e di volere.

La procuratrice Evelyn Kern attesta certo a Erika Preisig un «alto grado di idealismo personale». Cita però anche la dottoressa in una dichiarazione in cui si rammarica di non trovare «alcuno psichiatra e alcun neurologo che valuti i nostri membri circa la capacità di discernimento nel loro desiderio di morire» e menziona al riguardo "motivi etici" per entrambe le categorie professionali.

Eternal Spirit contesta - Sul sito internet dell'associazione sorella "Lifecircle" (www.lifecircle.ch) con sede a Biel-Benken (BL) - dove esercita Erika Preisig come medico di famiglia e alla quale si deve aderire per rivolgersi ad Eternal Spirit - la fondazione ha pubblicato il 4 ottobre 2018 una presa di posizione sulle accuse nei confronti della sua presidente, dopo che queste erano state rese note lo stesso giorno dal settimanale "Weltwoche" e riprese da altri media.

L'accusa secondo cui Erika Preisig avrebbe accompagnato alla morte una paziente incapace di discernimento «è falsa», si afferma nel testo. «Vero è - si aggiunge - che la 67enne paziente soffriva da anni di una sindrome dolorosa con insopportabili crampi ventrali e muscolari».

Il fatto che questo dolore non poteva essere «completamente spiegato dalla medicina tradizionale - si legge ancora - ha portato un perito incaricato dalla Procura alla conclusione che la capacità di giudizio della donna doveva essere messa in discussione».

Secondo Eternal Spirit si tratta di una «conclusione insostenibile: ci sono dolori che la medicina accademica non è in grado di spiegare del tutto, ma che dai pazienti colpiti sono realmente percepiti». Inoltre, secondo la fondazione, la capacità di giudizio della donna nel caso concreto è stata confermata da un dottore e una dottoressa, indipendentemente l'uno dall'altra.

Violate norme agenti terapeutici -  Il pubblico ministero accusa Erika Preisig anche di aver violato la legislazione federale e cantonale sugli agenti terapeutici: dal 2013 avrebbe immagazzinato dosi del farmaco letale - il pentobarbital sodico - senza autorizzazione e senza che queste fossero assegnate a singole persone. L'etichettatura o la ridenominazione è considerata come produzione illegale di medicinali, afferma l'accusa.

Nel cantone di Basilea Campagna è questo il primo caso di un'accusa di omicidio in relazione a un'assistenza al suicidio. Eternal Spirit è la terza più nota organizzazione d'aiuto a chi vuole morire dopo Exit e Dignitas. Come quest'ultima, accetta anche stranieri. In origine aveva il proprio locale ad hoc a Basilea ma nel febbraio 2016 aveva dovuto rinunciarvi perché questo, situato in un quartiere d'abitazione, era stato giudicato non conforme alle norme del piano regolatore.

Nel 2015 contro l'associazione era stato aperto un procedimento penale per un presunto illecito arricchimento con l'assistenza a candidati suicidi stranieri, evocato da organi di stampa in relazione al caso di una 75enne britannica. Erika Preisig aveva però fatto valere gli accresciuti oneri amministrativi per gli stranieri e nel novembre dello stesso anno l'accusa era caduta dopo che le fatture e i flussi di denaro erano stati giudicati corretti.

Una eco mediatica internazionale aveva suscitato il caso di David Goodall, un australiano di 104 anni accompagnato al suicidio il 10 maggio 2018 a Liestal da Eternal Spirit.

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