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VAUDAmanti volevano avvelenare il marito, il caso è da riesaminare

26.06.19 - 12:03
Il Tribunale federale (TF) ha infatti accolto il ricorso dei due, basato su lacune nella perizia medico-legale
Keystone (archivio)
Amanti volevano avvelenare il marito, il caso è da riesaminare
Il Tribunale federale (TF) ha infatti accolto il ricorso dei due, basato su lacune nella perizia medico-legale

LOSANNA - Il Tribunale cantonale di Zugo deve riesaminare il caso di una coppia di amanti giudicata colpevole del tentato assassinio del marito di lei con forti quantità di analgesici. Il Tribunale federale (TF) ha infatti accolto il ricorso dei due, basato su lacune nella perizia medico-legale.

In una sentenza pubblicata oggi, la suprema corte con sede a Losanna afferma che il tribunale di grado inferiore è caduto nell'arbitrario: si è basato su una perizia inconcludente per la quantità di paracetamolo somministrato segretamente tra il 2015 e il 2016 e ha rinunciato a raccogliere le necessarie prove scientifiche supplementari. In tal modo è stato violato il diritto federale e i ricorsi dei due amanti sono quindi fondati. Di conseguenza, il Tribunale cantonale deve effettuare una nuova valutazione.

Nel dicembre del 2017 il Tribunale penale di Zugo aveva condannato a 11 anni di prigione la donna, una rumena di formazione economista, allora 39enne. L'uomo, uno svizzero, era stato condannato a 13 anni e 7 mesi di detenzione, oltre a una pena pecuniaria con la condizionale e a una multa per altri reati minori (abuso di un impianto per l'elaborazione di dati, ripetuta falsità in documenti, infrazione alla legge sulle armi e ripetuta contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti).

Un anno dopo il Tribunale cantonale ha confermato la condanna per tentato assassinio, riducendo però le pene a rispettivamente 10 anni e 10 anni e 8 mesi.

In varie perizie gli esperti forensi avevano riscontrato nei capelli della vittima diversi valori della concentrazione di paracetamolo. L'antidolorifico somministrato al marito ad alte concentrazioni (circa 5 grammi al giorno) e per lungo tempo avrebbe dovuto provocargli un'insufficienza renale o epatica fatale. L'uomo, che era anche un gran bevitore, è sopravvissuto ai tentativi di avvelenamento. È deceduto all'età di 51 anni nel dicembre del 2017, pochi giorni prima della condanna dei due amanti.

Un primo rapporto aveva rilevato un tasso di 100'000 picogrammi per microgrammi (pg/mg), uno seguente di 35'000 pg/mg. E infine i giudici di Zugo avevano tenuto in considerazione un valore di 24'000 pg/mg, che l'Istituto di medicina legale dell'Università di Zurigo (IRMZ) riteneva un livello sicuramente raggiunto.

I difensori dei due imputati hanno chiesto l'assoluzione per mancanza di prove. Davanti al Tribunale federale, hanno contestato il valore probatorio delle conclusioni dell'IRMZ.

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