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SVIZZERACaso Karimova, confiscati 130 milioni di franchi

24.06.19 - 12:40
È entrato in vigore un decreto d'accusa emesso dal MPC il 22 maggio 2018 contro una persona che ha aperto conti bancari a nome di società volte a «frammentare i trasferimenti»
Keystone - foto d'archivio
Caso Karimova, confiscati 130 milioni di franchi
È entrato in vigore un decreto d'accusa emesso dal MPC il 22 maggio 2018 contro una persona che ha aperto conti bancari a nome di società volte a «frammentare i trasferimenti»

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha inflitto una prima condanna nell'ambito del caso di riciclaggio di denaro e di falsità in documenti che vede coinvolta la figlia dell'ex presidente uzbeko, Gulnara Karimova, e altre cinque persone. La condanna è stata accompagnata da una confisca superiore a 130 milioni di franchi in vista di una restituzione all'Uzbekistan.

«In seguito a due sentenze della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (...), è entrato in vigore un decreto d'accusa emesso dal MPC il 22 maggio 2018 contro una persona vicina a Gulnara Karimova, figlia maggiore (...) dell'ex presidente della Repubblica dell'Uzbekistan», si legge in una nota odierna della procura federale.

Si tratta di una persona attiva su suolo svizzero tra il 2004 e il 2013, che ha aperto conti bancari a nome di società volte a «frammentare i trasferimenti e a intralciare l'identificazione dell'origine e della destinazione dei fondi», precisa l'MPC. Tale persona, di cui non si fa il nome, ha anche firmato documenti bancari falsi con l'obiettivo di dissimulare la reale proprietaria dei fondi, ossia Gulnara Karimova.

Oltre alla confisca di oltre 130 milioni, la persona in questione è stata condannata a una pena pecuniaria di 130 aliquote giornaliere di 3000 franchi ciascuna, ovvero un importo totale di 390'000 franchi senza condizionale. L'entità della pena è dovuta in particolare al fatto che il condannato sta scontando una pena severa in Uzbekistan già da diversi anni.

Da notare che il decreto d'accusa era stato emesso dal procuratore federale Patrick Lamon, che ha diretto l'inchiesta dal 2012 prima della sua ricusazione lo scorso mese di maggio. «Conformemente alla decisione della Corte dei richiami penali del TPF (...), della quale il MPC ha dovuto prendere atto (...), l'istruzione penale svizzera continua sotto la guida di un altro procuratore», si spiega ancora nel comunicato.

Attualmente cinque persone sono ancora sotto inchiesta e più di 650 milioni di franchi di valori patrimoniali continuano ad essere sotto sequestro. In merito, il MPC non indica alcun calendario e ricorda che la presunzione d'innocenza si applica a tutti gli imputati. Per quanto riguarda la restituzione dei soldi e le sue modalità, l'Ufficio federale di giustizia, rispettivamente il Dipartimento federale degli affari esteri sono le sole autorità competenti, conclude la nota.

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