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ZURIGOPremi cassa malati: «Si arriverà a un'insurrezione popolare?»

31.05.19 - 11:34
Se lo chiede il professor Tilman Slembeck, specialista di economia sanitaria, che per frenare la crescita delle spese auspica un maggior controllo democratico
tipress
Premi cassa malati: «Si arriverà a un'insurrezione popolare?»
Se lo chiede il professor Tilman Slembeck, specialista di economia sanitaria, che per frenare la crescita delle spese auspica un maggior controllo democratico

ZURIGO - Quando vi sarà un'insurrezione popolare a causa del continuo aumento dei premi dell'assicurazione malattia? Se lo chiede il professor Tilman Slembeck, specialista di economia sanitaria, che per frenare la crescita delle spese auspica un maggior controllo democratico.

«È necessario rafforzare i pazienti sul piano politico», afferma Slembeck in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung. A suo avviso questo è un compito dello stato, perché la protezione del paziente, come la trasparenza sulla qualità, è un bene pubblico.

«Tutti parlano di trasparenza, ma nessuno la vuole davvero. Tutti dicono: il paziente è al centro dell'attenzione. Ma in realtà disturba. Non ha una lobby. Non vi è alcuna pressione per cambiare le cose, perché in questo momento tutti guadagnano bene da questo sistema. Tutti sono davvero soddisfatti, tranne coloro che devono pagare i premi, che brontolano una volta all'anno. La domanda è: andrà avanti così o un giorno avremo una rivolta popolare?».

Secondo Slembeck si potrebbe fare parecchio, per esempio in materia di dati sulla qualità di diagnosi e risultati di terapie. «Bisognerebbe solo fare una lista di indicatori sensati e dire: chi vuole fatturare con l'assicurazione di base deve fornire i dati, punto e basta». Non ci si può rifiutare, se si è medici della mutua: «da noi lo sono tutti, altrove non è così: tutti i dottori con un numero di autorizzazione possono fatturare attraverso l'assicurazione di base». In Austria per esempio invece lo è solo la metà: l'altra metà deve passare per le complementari.

Stando a Slembeck il sistema svizzero favorisce l'ampliamento delle quantità di prestazioni sanitarie. Serve quindi trasparenza: «sappiano che alcuni medici guadagnano estremamente tanto, sebbene persino alcuni dottori non capiscono come questo sia possibile». Senza avere informazioni non è nemmeno possibile sapere se il sistema elvetico è buono come viene detto comunemente.

Il problema, secondo lo specialista, è che non vi è alcun limite che incanali il futuro sviluppo del settore. «Per tenere tranquilla la gente finora sono stati utilizzati i sussidi sui premi: 4,5 miliardi di franchi all'anno, circa un terzo della popolazione ne beneficia, altrimenti avremmo avuto già avuto da tempo una rivolta popolare». Tuttavia questa strategia sta raggiungendo i limiti della finanziabilità, come si può già vedere in diversi cantoni, aggiunge Slembeck.

I sondaggi mostrano che la popolazione non vuole scendere a compromessi né sulla qualità né sulla portata dei servizi. La medicina ha sempre più successo e può fare sempre di più: questo naturalmente risveglia anche i desideri dei pazienti. Il risultato è un circolo vizioso. «Capisco molto bene le persone che dicono: ho pagato tanto per i premi per tutta la vita: ora che sto male non voglio che si risparmi su di me».

La popolazione ha anche approvato un'estensione delle prestazioni nel campo della medicina complementare. «La gente vuole volentieri il panino, il soldino e anche il salamino se glielo si chiede». Una strada da percorrere, secondo l'esperto, è invece quella dell'auto-razionamento. «Si potrebbe dire: rinuncio coscientemente a determinare prestazioni, per esempio alla fine dell'esistenza, e in cambio ottengo un premio più basso».

Quello che secondo Slembeck è chiaro, è che il modello dell'assicurazione complementare collasserà, poiché sarà sempre più difficile spiegare ai pazienti quale vantaggio abbiano le polizze privata o semi-privata. Le cliniche private intanto riescono a farsi pagare a peso d'oro certi interventi. E non sono toccati solo gli assicurati complementari: se gli onorari elevati inducono i dottori a effettuare interventi inutili anche gli assicurati di base ne risentono, perché parte delle prestazioni sono coperte dall'assicurazione di base e, in quanto contribuenti, coprono sempre la quota cantonale delle cure stazionarie.

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