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VAUDUber: per il tribunale l'autista è un dipendente

06.05.19 - 10:14
Se il giudizio dovesse essere confermato potrebbe essere una prima in Svizzera sulla spinosa questione del carattere più o meno indipendente del lavoro degli autisti
keystone
La sentenza non è definitiva. È probabile un ricorso al tribunale cantonale vodese e poi al Tribunale federale
La sentenza non è definitiva. È probabile un ricorso al tribunale cantonale vodese e poi al Tribunale federale
Uber: per il tribunale l'autista è un dipendente
Se il giudizio dovesse essere confermato potrebbe essere una prima in Svizzera sulla spinosa questione del carattere più o meno indipendente del lavoro degli autisti

LOSANNA - Un tribunale di prima istanza di Losanna ha condannato la settimana scorsa una filiale di Uber per licenziamento abusivo, riconoscendo a un dipendente lo statuto di salariato. Se il giudizio dovesse essere confermato potrebbe essere una prima in Svizzera sulla spinosa questione del carattere più o meno indipendente del lavoro degli autisti.

Il caso - L'uomo in questione ha lavorato nell'ambito di UberPop fra l'aprile 2015 e il dicembre 2016 quale operatore di Rasier Operations B.V., filiale di Uber con sede ad Amsterdam. Uber è, come noto, una società californiana che offre servizi di trasporto attraverso un'applicazione mobile.

Stando a quanto indicato ieri a Keystone-ATS dall'avvocato del lavoratore, Rémy Wyler - che ha confermato una notizia diffusa dalla stampa nel fine settimana - per l'autista quella in questione era l'attività principale: vi dedicava circa 50 ore alla settimana.

Il "licenziamento" - Nel 2016 l'azienda aveva revocato il rapporto d'impiego a causa di lamentele mosse nei confronti dell'uomo. Il tribunale ha ritenuto che tale allontanamento con effetto immediato non fosse giustificato - l'interessato non era a conoscenza delle accuse e non poteva rispondere alle stesse - e ha condannato la filiale a pagargli due mesi di stipendio, nonché un'indennità per torto morale e le ferie cui avrebbe avuto diritto. Ossia quasi 18'000 franchi in tutto.

Secondo Wyler la cosa più importante in questo dossier è che il tribunale ha stabilito come gli autisti Uber, data la loro organizzazione del lavoro, non siano lavoratori autonomi, ma dipendenti. «Il giudizio è chiaro: riconosce l'esistenza di un contratto di impiego», ha indicato a Keystone-ATS. «Ciò implica che i conducenti interessati sono protetti dal diritto del lavoro e debbano beneficiare delle assicurazioni sociali». L'impatto su Uber potrebbe essere significativo, poiché imporrebbe al gruppo di pagare i contributi sociali, i giorni di malattia e maternità, nonché l'assicurazione contro gli infortuni.

Una prima svizzera - Secondo il legale la sentenza potrebbe riguardare molti autisti di Uber in tutto il paese. «A mio parere si tratta del primo giudizio di questo tipo in Svizzera», ha aggiunto. Wyler ha però aggiunto di aspettarsi un ricorso al tribunale cantonale vodese e poi al Tribunale federale.

L'avvocato si dice molto felice della vittoria e in particolare di essere riuscito a portare la vicenda davanti a una corte elvetica, cosa che è stata difficile: la controparte voleva infatti far esaminare la vertenza dai giudici dei Paesi Bassi, dove ha sede Rasier Operations B.V.

Wyler dice di non opporsi a Uber o alle applicazioni digitali: «ma queste nuove forme di organizzazione del lavoro devono essere soggette alla protezione sociale».

La cosiddetta uberizzazione del mondo del lavoro rappresenta un tema attualmente molto dibattuto. Di recente vi è stato chi non ha esitato a parlare di un ritorno all'Ottocento in materia di sfruttamento dei lavoratori, denunciando la carenza di una risposta politica contro la precarizzazione.

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