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VAUDAnnegata nel Lemano, condannati gli aggressori

27.03.19 - 19:02
Hanno preso dai tre ai quattro anni di carcere i quattro maghrebini che nel marzo 2018 avevano abusato della 27enne vallesana
Annegata nel Lemano, condannati gli aggressori
Hanno preso dai tre ai quattro anni di carcere i quattro maghrebini che nel marzo 2018 avevano abusato della 27enne vallesana

LOSANNA - Il Tribunale dell'Est vodese ha condannato oggi a pene che vanno dai tre ai quattro anni e mezzo di carcere quattro maghrebini che nel marzo 2018 avevano abusato di una 27enne vallesana, il cui cadavere era poi stato trovato mentre galleggiava presso la riva del lago Lemano a Vevey (VD). Le circostanze esatte della morte non sono state chiarite.

La corte li ha riconosciuti colpevoli in particolare di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, con la circostanza aggravante di averli commessi insieme, e ha ordinato che siano mantenuti in detenzione, per poi essere espulsi per dieci anni dalla Svizzera una volta scontata la pena.

I quattro imputati, un marocchino, un tunisino e due algerini di 32, 31, 29 e 26 anni, tutti richiedenti asilo, si erano resi conto che la donna, ubriaca e sotto l'influsso di farmaci, non era più capace di intendere e di volere, hanno abusato di lei e l'hanno trattata come «un oggetto sessuale», ha dichiarato il presidente del tribunale.

I quattro avevano passato parte della notte precedente il ritrovamento del cadavere, avvenuto di primo mattino il 10 marzo 2018, in compagnia della vittima, e due o tre di loro avevano avuto rapporti sessuali con lei, secondo quanto è emerso dall'inchiesta. La 27enne, transessuale, era poi stata lasciata sola in riva al lago. Quando due dei quattro erano tornati sul posto l'avevano vista galleggiare immobile in acqua. Ma invece di prestare soccorso le avevano rubato il telefonino per poi dileguarsi.

La corte ha constatato che rimangono incertezze sullo svolgimento esatto dei fatti, in gran parte dovute alle diverse versioni fornite dagli imputati durante la fase istruttoria e poi in tribunale. La 27enne era «verosimilmente in cerca di affetto» dopo un incontro mal terminato con il suo compagno, ma nulla permette di affermare che fosse «disposta a darsi in pasto come un oggetto».

I quattro maghrebini, in modo «concordato e voluto» hanno deciso di «approfittare della situazione» e di abusare di lei, ha rilevato ancora la corte, constatando anche che gli imputati non hanno espresso alcun rimorso. Hanno a volte parlato di lei come di un animale - uno degli imputati aveva detto ieri in aula che «era in calore» e che voleva fare sesso con lui - «senza alcuna considerazione per la persona che era», ha detto il suo presidente.

Il tribunale ha giudicato grave la colpevolezza dei quattro. Certo, non hanno responsabilità penale per il decesso della vittima, di cui si ignorano le circostanze per cui è finita nelle acque del Lemano (sembra escluso un intervento di terzi). Dopo averne abusato, l'hanno lasciata ai bordi del lago le cui acque avevano una temperatura attorno ai 7 gradi, senza preoccuparsi della sua sorte.

 

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