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Una marcia per il piccolo ucciso. A Gjilan i funerali: «Nessuno riesce ancora a crederci»

BASILEAUna marcia per il piccolo ucciso. A Gjilan i funerali: «Nessuno riesce ancora a crederci»

23.03.19 - 14:16
È una giornata di dolore per i parenti del bambino accoltellato dalla 75enne. A Basilea decine di persone si sono riunite in segno di solidarietà
20 Minuten
Numerose persone hanno partecipato alla marcia per il piccolo ucciso a Basilea
Numerose persone hanno partecipato alla marcia per il piccolo ucciso a Basilea
Una marcia per il piccolo ucciso. A Gjilan i funerali: «Nessuno riesce ancora a crederci»
È una giornata di dolore per i parenti del bambino accoltellato dalla 75enne. A Basilea decine di persone si sono riunite in segno di solidarietà

BASILEA - A Basilea è iniziata una marcia in ricordo del bambino ucciso giovedì da una 75enne. Il cordone composta da decine di persone raggiungerà anche il luogo del delitto. Qui sono state e saranno ancora posate candele, peluches, foto e disegni per salutare il piccolo, di soli sette anni. «Non dovevi morire», «Buona fortuna per la tua nuova vita», sono alcune delle frasi che si possono leggere sui bigliettini.

La città è sotto shock. Emi Salahi, organizzatore dell’incontro, ha spiegato a 20 Minuten che non conosce la famiglia del bambino, «ma sono padre di una bambina di 10 anni. Per i genitori una cosa del genere è devastante, la peggiore che può succedere. Il mio è un gesto di solidarietà».

Il funerale a Gjilan - A mezzogiorno sono invece iniziate le cerimonie funebri per il piccolo, che è stato sepolto, con rito musulmano, nel cimitero della città di Gjilan, in Kosovo, paese d’origine della madre. Presenti circa 500 persone. «Tutti stanno piangendo e sono molto tristi. Nessuno riesce ancora a credere a quello che è successo», ha scritto una persona presente a 20 Minuten. «Non ho mai vissuto un funerale così triste ed emotivo».

Alcune persone si sono attivate su Instagram per aiutare i genitori del bambino a pagare i biglietti per il viaggio dalla Svizzera. «Finanziariamente non stanno bene e hanno dovuto spendere molto», ha spiegato la volontaria Jetmira Avdili.

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