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FRIBURGOCondannato per un "tackle" troppo duro

22.03.19 - 13:52
Il Tribunale federale ha confermato la pena inflitta a un calciatore friburghese che con un intervento troppo maschio aveva rotto la caviglia a un avversario
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Condannato per un "tackle" troppo duro
Il Tribunale federale ha confermato la pena inflitta a un calciatore friburghese che con un intervento troppo maschio aveva rotto la caviglia a un avversario

FRIBURGO - Il Tribunale federale (TF) conferma la condanna di un calciatore friburghese per lesioni colpose. Lo sportivo nel maggio 2016 aveva rotto la caviglia a un giocatore avversario in un contrasto pericoloso durante l'incontro tra il Richemont e il Guin.

L'arbitro aveva sanzionato il "tackle" con un cartellino giallo. In seguito il giocatore, sempre per gioco pericoloso, aveva ricevuto un altro cartellino ed era stato espluso.

L'infortunato aveva denunciato il suo avversario. Nel novembre 2018 il Tribunale cantonale friburghese ha confermato la condanna del giudice di polizia della Sarine a 40 ore di lavoro di pubblica utilità con la condizionale.

In una sentenza pubblicata oggi, il TF ha respinto il ricorso dello sportivo. L'alta corte ha riconosciuto che i calciatori accettano tacitamente i rischi inerenti al loro sport. Tuttavia le regole pongono dei limiti a questi rischi: secondo i giudici di Mon Repos esse hanno quale scopo di prevenire gli incidenti e di proteggere i giocatori. Quando un calciatore riceve un cartellino giallo occorre considerare che ha commesso una grave violazione delle regole, non tenendo conto del carattere pericoloso o delle conseguenze della sua azione per l'avversario.

L'accettazione del rischio di ferite inerenti a questo sport non significa che la vittima abbia acconsentito al gioco pericoloso del suo avversario. La qualifica di lesioni personali non viola quindi il diritto federale, ritiene l'alta corte.

La sanzione di un "tackle" con un cartellino giallo (avvertimento) o un cartellino rosso (espulsione) non è decisiva per valutare a livello giuridico la pericolosità dell'azione, conclude il TF.
 

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