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VAUD«La mia bimba è viva grazie a un triplo miracolo»

11.12.18 - 10:07
Un'operazione mai praticata prima nella Svizzera romanda ha salvato da morte certa una neonata che soffriva di una rarissima malformazione artero-venosa al cervello
«La mia bimba è viva grazie a un triplo miracolo»
Un'operazione mai praticata prima nella Svizzera romanda ha salvato da morte certa una neonata che soffriva di una rarissima malformazione artero-venosa al cervello

LOSANNA - Oggi Lauraha superato i tre mesi e sta bene. Eppure, pochi giorni dopo la sua nascita, le sue possibilità di sopravvivenza erano minime. «La mia bimba è viva grazie a un triplo miracolo», si commuove la madre parlando con 20 minutes.

La neonata ha sofferto di lievi problemi respiratori subito dopo il parto ed è stata ricoverata al reparto di neonatologia del CHUV di Losanna. Poi cinque giorni dopo le cose sono precipitate. «In trenta minuti la mia piccola è scompensata. La sua pelle è diventata grigia e il suo cuore si è gonfiato a dismisura». Poi è sopraggiunto l'arresto respiratorio.

Malattia rara e grave - La bimba era in condizioni critiche. E ci sono voluti due giorni e numerosi test per arrivare alla diagnosi. Una diagnosi che ha lasciato senza fiato la madre. Laura soffriva infatti di una gravissima malformazione artero-venosa al cervello (vedi box). Se non fosse stata operata subito, sarebbe morta entro pochi giorni. Tuttavia l'intervento, mai praticato prima in Romandia, comportava enormi rischi per la nascitura.

Fortuna nella sfortuna - Nella sfortuna, la piccola Laura è stata fortunata. Perché al CHUV - da poco tempo - era arrivato un neuroradiologo, Guillaume Saliou, specializzato in questo tipo di operazione sui bambini. «Nel mondo ci sono alcuni ospedali che trattano regolarmente questi casi. Uno di essi è il Bicetre di Parigi dove io lavoravo», spiega il dottore. 

Dall'inguine al cervello - L'operazione consiste nell'introduzione di un minuscolo catetere nell'arteria femorale. La sfida maggiore è poi quella di farle raggiungere il cervello per depositare una specie di colla che aggiusti la malformazione. Un processo molto rischioso. «La piccola non era stabile. Per questo ho dovuto agire in fretta. Ma nel contempo ho dovuto prestare la massima attenzione visto che le sue arterie sono larghe meno di un millimetro. Per evitare di danneggiarle, rischiando di causare emorragie interne o trombosi, la procedura è stata pianificata nei minimi dettagli».

Prima volta - Ma se per il dottor Saliou, e per un suo collaboratore, la procedura da seguire era ormai nota (nella capitale francese avevano effettuato una cinquantina di interventi simili in dieci anni) per tutti gli altri, dall'anestesista ai responsabili della terapia intensiva, l'operazione rappresentava un vero e proprio salto nel buio. «Tutto è andato per il meglio. Sono veramente soddisfatto», rivela il dottore.

I tre miracoli - Tuttavia Laura ha dovuto subire un secondo intervento sei giorni dopo. Anche qui le cose sono andate come previsto. «Il primo miracolo è che eravamo al CHUV quando la piccola ha scompensato. Il secondo è che lì abbiamo trovato il dottor Saliou. Il terzo è che Laura sia sopravvissuta ad entrambe le operazioni». Nel complesso la neonata ha vissuto i suoi primi 69 giorni di vita nell'ospedale vodese. Ancora oggi riceve iniezioni di anticoagulanti due volte al giorno. E bisognerà aspettare che cresca per capire se porterà con sé dei segni. Ma è viva. «Potrebbe avere delle difficoltà di apprendimento o nella lettura. Ma tutto questo, ora, mi pare talmente lontano e irrilevante», conclude con un sorriso la madre. 

* Nome di fantasia

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