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VAUDSconfessato il dipendente del DDPS contrario ai controlli di sicurezza

28.11.18 - 13:44
Il ricorrente si opponeva al fatto che si accedesse ai suoi dati fiscali dettagliati. Il Tribunale federale ha invece giustificato l'esame approfondito
tipress
Sconfessato il dipendente del DDPS contrario ai controlli di sicurezza
Il ricorrente si opponeva al fatto che si accedesse ai suoi dati fiscali dettagliati. Il Tribunale federale ha invece giustificato l'esame approfondito

LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha sconfessato un collaboratore del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) che contestava un controllo di sicurezza nei suoi confronti. In particolare il ricorrente si opponeva al fatto che si accedesse ai suoi dati fiscali dettagliati.

In una sentenza pubblicata oggi i giudici losannesi confermano la decisione resa in marzo dal Tribunale amministrativo federale (TAF), il quale aveva ritenuto che in mancanza di dati sufficienti il Servizio specializzato per i controlli di sicurezza relativi alle persone (CSP) della Cancelleria federale non era in grado di valutare il dipendente.

L'interessato, che effettua lui stesso simili controlli, ha accesso a «dati personali particolarmente degni di protezione e a informazioni confidenziali», sosteneva la corte sangallese. Egli è incaricato di analizzare i rischi in termini di integrità, affidabilità e violenza posti da membri del DDPS e dell'esercito.

Per il Tribunale federale l'istanza precedente poteva dunque giustamente giungere alla conclusione che l'interesse alla protezione dello Stato era elevato nel caso in questione: procedere a un esame approfondito della situazione del ricorrente era giustificato.

Attivo dal 2011 allo Stato maggiore dell'esercito, l'uomo era stato sottoposto a un CSP approfondito nel marzo 2016. A questo scopo il servizio competente gli aveva chiesto di dare il proprio assenso alle autorità tributarie perché presentino le sue dichiarazioni fiscali dal 2011 al 2015, dati relativi all'incasso ed eventuali procedimenti fiscali amministrativi o penali, e che questi siano sciolti dal segreto di funzione.

L'interessato si era rifiutato e aveva consegnato solamente attestati i quali indicavano che la sua situazione fiscale era in ordine. Nel maggio 2017 il servizio aveva stabilito che il collaboratore non poteva essere valutato e aveva emesso una dichiarazione di constatazione. L'uomo aveva quindi inoltrato ricorso al TAF.

Ma, come conferma il TF, agendo in tal modo il servizio non ha violato né l'articolo 20, capoverso 1 della Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI) né il diritto dell'uomo alla protezione della sfera privata.

Nel corso del procedimento è emerso che il ricorrente investiva in Borsa e che la sua sostanza e il suo reddito presentavano variazioni importanti. Il servizio incaricato dei CSP non aveva potuto ottenere spiegazioni dettagliati in merito.

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