Cerca e trova immobili

VAUDCondanna definitiva per il "ladro nella legge georgiano"

10.10.18 - 12:54
L'uomo contestava la validità delle intercettazioni telefoniche che sono servite a condannarlo
Keystone
Condanna definitiva per il "ladro nella legge georgiano"
L'uomo contestava la validità delle intercettazioni telefoniche che sono servite a condannarlo

LOSANNA - Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un georgiano condannato nel gennaio 2018 a 22 mesi di carcere per partecipazione a una organizzazione criminale e riciclaggio di denaro aggravato. L'uomo contestava la validità delle intercettazioni telefoniche che sono servite a condannarlo.

Membro dell'organizzazione criminale "Vor V Zakone" (in russo letteralmente "Ladri nella legge"), l'imputato era stato condannato dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona. Attualmente vivrebbe in patria con la famiglia.

Arrivato nel 2008 in Svizzera, il georgiano aveva subito una prima condanna l'anno successivo nel canton Argovia ed è stato processato anche in Svezia e in Germania. Secondo quanto appurato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC), nel 2009 era stato nominato responsabile della cassa comune dell'organizzazione, denominata "Obschak". Come tale, era incaricato di raccogliere i contributi dei membri e il bottino dei furti, e inviava denaro in Spagna e in Georgia.

Nel suo ricorso, il delinquente rimproverava al TPF di essersi basato, per condannarlo, su fatti scoperti fortuitamente nell'ambito di intercettazioni telefoniche ordinate nel 2009 per sorvegliare altre persone. Questi elementi - aggiungeva - gli erano stati presentati solo nell'ottobre 2015 durante gli interrogatori condotti dalla Procura federale.

Per conformarsi alle regole di procedura concernenti le scoperte fortuite, quest'ultima aveva chiesto al giudice delle misure coercitive di convalidare le intercettazioni in questione. Per il georgiano e il suo avvocato, questa richiesta formulata nel 2015 era chiaramente tardiva.

Nella sentenza pubblicata oggi il Tribunale federale respinge la lagnanza: gli ascolti - afferma - erano stati autorizzati già nel 2009 dal presidente della Corte dei reclami penali del TPF nell'ambito di una istruttoria per partecipazione a una organizzazione criminale. E fra i numeri sorvegliati figurava anche quello personale del ricorrente, che era allora sospettato di aver assunto nuove funzioni nell'organizzazione.

Le informazioni provenienti dalle intercettazioni e considerate nel 2015 dal TPF non sono dunque state scoperte fortuitamente, concludono i supremi giudici di Losanna. In questo caso, rilevano, la Procura federale avrebbe anche potuto risparmiarsi di far convalidare di nuovo gli ascolti del 2009 nell'ambito del procedimento del 2015.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE