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VALLESEStuprò una donna cieca: «L'ha portata nel seminterrato e ha abusato di lei»

09.10.18 - 10:04
Il Tribunale di Sion è chiamato ad esprimersi sui fatti avvenuti nel 2014 in un ristorante, dove un aiuto cuoco 38enne avrebbe aggredito una donna sulla sessantina
Keystone
Stuprò una donna cieca: «L'ha portata nel seminterrato e ha abusato di lei»
Il Tribunale di Sion è chiamato ad esprimersi sui fatti avvenuti nel 2014 in un ristorante, dove un aiuto cuoco 38enne avrebbe aggredito una donna sulla sessantina

SION - Il Tribunale di Sion si è chinato ieri sul caso di Tarik*, un etiope di 38 anni accusato di aver violentato una cliente in un ristorante della capitale vallesana dove ha lavorato come aiuto cuoco.

I fatti risalgono all'estate del 2014 e si sono verificati nel seminterrato dello stabile. La vittima, una donna sulla sessantina e cieca, era ubriaca quella notte. Si muoveva «come un robot», raconta Tarik, che afferma che la donna era consenziente. «Non ha opposto resistenza, non si è dimenata».

L'uomo è diventato insistente - La presunta vittima dice al contrario di aver rifiutato e urlato. Aveva lanciato dei segnali al suo assalitore, ma questi era diventato insistente, troppo. La donna racconta che Tarik ha fatto di tutto per far sì che non lasciasse la terrazza del caffè, prima di portarla nel seminterrato.

Il tavolo sul quale la vittima ha subìto l'assalto dell'uomo era privo di Dna. E dalle immagini della videosorveglianza esterna, che ha catturato parte della serata, non sembra che Tarik abbia usato violenza. Questo è uno dei fattori che hanno spinto il suo avvocato, Carine Mettraux, a perorare l'assoluzione e chiedere 10'000 franchi di risarcimento per il suo cliente, che ha trascorso 16 giorni in prigione.

«Non mi aspettavo che mi denunciasse» - Da parte sua, il pubblico ministero ha dichiarato di credere alla versione della vittima, che è stata ricoverata per depressione a causa dei fatti. «La donna, del resto, ha immediatamente informato la polizia di quanto successo», ha detto Alexander Sudan. «E lei non ha mai cambiato la sua versione dei fatti, a differenza dell'etiope, che inizialmente aveva negato qualsiasi relazione». «Non mi aspettavo che lei mi denunciasse. All'inizio ho mentito per paura e perché sono sposato», ha riconosciuto l'imputato.

Il pubblico ministero ha richiesto 30 mesi di carcere, di cui 12 da espiare, per stupro e coercizione.

*Nome di fantasia

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