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VAUDCaso del padre incestuoso, salta la prima testa

04.10.18 - 18:17
Il responsabile del Servizio vodese di protezione della gioventù ha dato le dimissioni dopo le dure critiche ricevute
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Caso del padre incestuoso, salta la prima testa
Il responsabile del Servizio vodese di protezione della gioventù ha dato le dimissioni dopo le dure critiche ricevute

LOSANNA - Il responsabile del Servizio vodese di protezione della gioventù (SPJ) ha dato le dimissioni dopo le dure critiche per il caso dell'uomo condannato per aver abusato per anni degli otto figli e della moglie.

Lo ha annunciato oggi il Consiglio di Stato, aggiungendo che sono state prese varie misure per fare evolvere il servizio di tutela dei minori verso «una nuova gestione». La nuova direzione del SPJ sarà ora direttamente responsabile dei casi più disperati segnalati dai suoi quattro uffici regionali.

Sono fra l'altro in corso passi per riorganizzare la direzione dell'Ufficio regionale di protezione dei minorenni Nord (ORPM Nord), competente della zona dove abitava la famiglia del condannato.

Inoltre il vallesano Jean Zermatten, esperto di diritti del fanciullo, presiederà la Commissione interdisciplinare etica e di protezione (CIEP) incaricata di esaminare con «uno sguardo nuovo e critico» i casi più delicati gestiti dal SPJ, che segue oltre 6500 minori all'anno.

Il caso riguarda una coppia con otto figli, nati tra il 1996 e il 2014. Sono stati ripetutamente picchiati dai genitori sin dall'infanzia. Il padre, che già commetteva violenze sulla moglie, ha iniziato ad abusare sessualmente della prima figlia quando aveva otto anni. Gli abusi sui bambini sono continuati nonostante l'intervento, dal 1997, del Servizio vodese di protezione della gioventù e l'applicazione di una curatela di assistenza educativa per tutti i figli della coppia.

L'uomo è stato condannato lo scorso marzo a 18 anni di prigione da scontare per atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, violenza carnale, pornografia e lesioni personali. Il Tribunale del circondario della Broye e del Nord vodese ha condannato anche la moglie a 36 mesi di detenzione - di cui sei da scontare - per violenze e violazioni del dovere di assistenza o educazione nei confronti dei figli. Il padre ha fatto ricorso.

Per fare luce sul caso, il governo vodese ha commissionato un'inchiesta esterna sul ruolo dei servizi sociali. Il rapporto, redatto dall'ex presidente del Tribunale federale Claude Rouiller, è stato pubblicato il 24 settembre. In esso sono stati rilevati gravi errori e carenze di intervento da parte del SPJ e del giudice di pace. Il documento di 184 pagine rileva fra l'altro che già nel 2002, «non si poteva ignorare che la promiscuità e il clima in casa» erano molto malsani. Inoltre, nel 2004 si era anche discusso di un sospetto abuso sessuale.

Secondo Rouiller, per decisione delle autorità giudiziarie e amministrative, «i bambini (...) sono stati tenuti per tutta la loro infanzia e adolescenza in un ambiente favorevole alla commissione di abusi», mentre sarebbe stato necessario agire con decisione. E «per interrompere gli abusi e allontanare i bambini da un ambiente pernicioso ci è voluta una denuncia da parte della figlia più grande», avvenuta solo dopo che quest'ultima aveva raggiunto la maggiore età.

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