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ZURIGO14 anni al rapinatore dei Pink Panther

29.08.18 - 16:53
Ora resta da decidere la condanna dei "colleghi", arrestati in febbraio a Pregassona mentre tentavano di mettere a segno una rapina a Lugano
14 anni al rapinatore dei Pink Panther
Ora resta da decidere la condanna dei "colleghi", arrestati in febbraio a Pregassona mentre tentavano di mettere a segno una rapina a Lugano

ZURIGO - Il Tribunale distrettuale di Zurigo ha inflitto oggi quattordici anni di carcere a un un 37enne serbo, asserito membro della banda di rapinatori di gioiellerie balcanica denominata Pink Panthers. Il pubblico ministero ne aveva chiesti 16, la difesa non più di dieci.

L'imputato era stato arrestato nel marzo 2016 a un valico di confine con l'Austria. L'accusa gli addebita la partecipazione a cinque rapine ai danni di gioiellerie in Svizzera: tre a Zurigo, una a Montreux (VD) e una a Losanna. Se ne aggiungono due in Austria e altrettante in Germania per le quali il procedimento è stato assunto dalla magistratura zurighese. Il bottino complessivo tra gioielli e orologi di lusso ammonta a circa 18 milioni di franchi (di cui circa 16 nelle tre rapine di Zurigo) più due milioni di euro.

Un decimo colpo è stato effettuato con altri complici nella Repubblica ceca, il quale viene però perseguito dalle autorità giudiziarie locali: una volta scontata la pena nella Confederazione, il 37enne sarà estradato nel paese dell'Europa orientale.

Al momento dell'arresto il serbo aveva mostrato una patente di guida falsificata lituana. Da allora si trova in prigione, dove ha già cominciato a scontare anticipatamente la pena.

Reo confesso, ma bocca chiusa su complici - Interrogato in aula, l'uomo ha riconosciuto tutti i capi d'accusa, per i quali si configurano i reati di ripetuta rapina, ripetuto danneggiamento, ripetuta falsità in certificati, ripetuto furto d'uso di un veicolo e violazione della legge sulle armi. Riguardo a complici e mandanti non ha però aperto bocca, come gli altri membri della banda finora arrestati.

Il serbo, pregiudicato, ha detto di aver cominciato a delinquere perché indebitato, dopo che non era andato in porto un suo progetto di mettere in piedi un'impresa in Serbia. "Sconosciuti" lo avrebbero messo sotto pressione perché pagasse il dovuto e poi per indurlo a partecipare a una prima rapina, poi a una seconda, e così via.

Il suo difensore lo ha dipinto come un semplice manovale, ai più bassi livelli della gerarchia, del tutto dipendente dai superiori, per i quali ha dovuto eseguire i ruoli affidatigli senza se e senza ma. Padre di due figli, avrebbe temuto per sé e per la famiglia.

Altri quattro da Lugano a Zurigo - Quattro altri presunti membri della banda erano stati arrestati lo scorso febbraio in Ticino, a Pregassona. Si tratta di un 37enne e di un 39enne croati, un 38enne bosniaco e un 41enne serbo che si apprestavano a mettere a segno una rapina contro uno o più obiettivi nel centro di Lugano. Uno di loro avrebbe partecipato anche a una rapina compiuta nel maggio 2016 in una gioielleria sulla Bahnhofstrasse di Zurigo.

I quattro sono stati trasferiti in diverse prigioni zurighesi e di loro si occupa la locale magistratura. Anch'essi sarebbero legati alla numerosa banda formata da ex militari della ex Jugoslavia nota per centinaia di rapine spettacolari in gioiellerie di tutto il mondo, che secondo alcune valutazioni avrebbero fruttato l'equivalente di mezzo miliardo di franchi (sul suo sito l'Interpol conta circa 380 rapine tra il 1999 e il 2015 per un totale di oltre 334 milioni di euro, al cambio attuale circa 380 milioni di franchi).

Perché Pink Panther (Pantera rosa)? Il nome fu affibbiato alla banda dagli inquirenti inglesi in seguito ad un colpo messo a segno nel 2003 a Londra: in quell'occasione i poliziotti di Sua Maestà trovarono una pietra preziosa nascosta in una confezione di crema per il viso, proprio come in un film della nota serie "La pantera rosa" con Peter Sellers. Il nome sembra piacere agli stessi rapinatori, che in alcuni casi hanno indossato delle camicie di color rosa durante le rapine.

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