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SCIAFFUSAUccise il padre a coltellate: pena ridotta a 15 anni e mezzo

27.06.18 - 19:24
L'uomo fu ucciso con 55 pugnalate, nel corso di una violenta lite nel corso della quale rimase ucciso anche il genero. Annunciato il ricorso
Tipress
Uccise il padre a coltellate: pena ridotta a 15 anni e mezzo
L'uomo fu ucciso con 55 pugnalate, nel corso di una violenta lite nel corso della quale rimase ucciso anche il genero. Annunciato il ricorso

SCIAFFUSA - Il Tribunale d'appello di Sciaffusa ha ridotto di un anno, a 15 anni e mezzo di prigione, la pena nei confronti di una donna di 28 anni che il 13 dicembre 2015 uccise a coltellate il padre 56enne a Hemmental, un quartiere di Sciaffusa.

L'uomo fu ucciso con 55 pugnalate, nel corso di una violenta lite nel corso della quale rimase ucciso anche il genero 26enne. Il tribunale di seconda istanza, pur riducendo la pena, ha mantenuto l'accusa di assassinio. La difesa ha subito annunciato un ricorso al Tribunale federale.

Si è trattato di un processo indiziario: a carico della donna - che ha ritrattato nel giro di pochi mesi una prima confessione - hanno pesato in particolare le macchie di sangue del genitore ritrovate sui suoi vestiti.

Il delitto avvenne nell'appartamento di proprietà del 56enne a Hemmental, villaggio di 540 abitanti che dal 2009 fa parte del comune di Sciaffusa, presente anche la mamma della giovane. Le due coppie erano note alla polizia, che era già dovuta intervenire in precedenza «a causa di problemi famigliari».

Figlia e genero si recarono dal 56enne subito dopo il ritorno dal viaggio di nozze. Fra il genitore e il marito della donna non correva buon sangue e la situazione degenerò rapidamente, con i due uomini che alla fine sono entrambi morti per le coltellate.

In seguito al duplice delitto furono arrestate sia la figlia che la moglie del 56enne. Quest'ultima, oggi 55enne, rimase a sua volta per alcune settimane in detenzione preventiva, perché inizialmente sosteneva che i due uomini si fossero uccisi a vicenda.

Al primo processo, celebrato un anno fa, la madre aveva preso parte in qualità di accusatrice privata. La donna ha però nel frattempo ritirato la denuncia nei confronti della figlia ed è stata ascoltata in qualità di persona informata dei fatti. La donna, che durante l'accoltellamento era corsa sulle scale per chiamare i soccorsi, ha cercato di scagionare la figlia.

Il Tribunale è però arrivato alla conclusione che è stata la figlia ad uccidere il padre con i numerosi colpi di coltello, la maggior parte dei quali inferti all'altezza della nuca. Ad infliggere il colpo mortale al genero 26enne sarebbe invece stato il suocero.

Dall'udienza è emerso che l'accusata - che si trova in regime di carcerazione di sicurezza - soffre di un disturbo della personalità incurabile. In base alla perizia psichiatrica, ha un carattere manipolativo e non lascia trasparire alcuna emozione.

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