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ZURIGOTirò un coperchio di un tombino contro un tifoso, condannato a 7 anni di carcere

01.06.18 - 11:50
Il 22enne è stato accusato di tentato omicidio intenzionale
Keystone
Tirò un coperchio di un tombino contro un tifoso, condannato a 7 anni di carcere
Il 22enne è stato accusato di tentato omicidio intenzionale

WINTERTHUR - Il Tribunale distrettuale di Winterthur (ZH) ha inflitto oggi sette anni di carcere per tentato omicidio intenzionale a un 22enne che il 13 maggio 2017 aveva gettato dall'alto il coperchio di un tombino su un gruppo di tifosi dell'FC Zurigo colpendone uno alla testa. Il pubblico ministero aveva chiesto ieri nove anni di reclusione.

Il fatto era avvenuto dopo il derby di calcio tra la squadra locale e lo Zurigo. La corte ha ritenuto provati i fatti contenuti nell'atto d'accusa. La sua sentenza può ancora essere impugnata in appello ed eventualmente davanti al Tribunale federale.

«Non c'è alcun dubbio che sia stato lei», ha detto la giudice all'imputato, che ha accolto impassibile la condanna, dopo che ieri si era scusato in aula sostenendo peraltro di non ricordarsi quasi più di nulla. L'accusato - ha aggiunto la magistrata - ha agito senza scrupoli, dimostrando un assoluto spregio della vita umana: «Lei ha semplicemente messo in conto che qualcuno venisse colpito. Non è stata affatto una monelleria».

Secondo quanto appurato dall'inchiesta, il giovane apprendista cuoco era salito con un compagno 19enne sul parcheggio sopraelevato che copre i binari della stazione di Winterthur. Da lì aveva visto che sotto di lui diversi tifosi dello Zurigo aspettavano un treno speciale sul marciapiede 9 per rientrare a casa. L'imputato ha allora sollevato un chiusino pesante circa due chili e lo ha gettato sul marciapiede della stazione, undici metri più in basso, colpendo sulla testa e a una spalla un 28enne tifoso e causandogli una frattura cranica.

Ricoverato all'ospedale nel reparto cure intensive il malcapitato, un docente di scuola secondaria, aveva potuto comunque essere dimesso nel giro di tre giorni, con una cicatrice di 15 centimetri sulla testa e una sequela di cefalee che egli sostiene duri tuttora.

Il processo non ha potuto chiarire per quale motivo l'imputato abbia gettato il chiusino sul marciapiede. «Non sappiamo se sia stato un atto di hooliganismo o no», ha detto la giudice. Ieri il giovane imputato ha sostenuto di interessarsi poco di calcio e di essere andato alla partita casualmente con degli amici. Ha poi detto di aver bevuto cinque o sei mezzi litri di birra e di non ricordare quasi più niente dell'accaduto. Come il pubblico ministero, non gli ha creduto neppure il tribunale, visto che poco dopo il fatto ne aveva riferito alla fidanzata via Whatsapp, «digitando senza errori».

L'avvocato difensore aveva chiesto il proscioglimento dall'accusa di tentato omicidio sostenendo che il suo cliente era incapace di discernimento a causa dell'alcol e che per di più non è stato neppure appurato con certezza che a lanciare il chiusino sia stato lui e non l'altro giovane che lo accompagnava. Argomentazione che la corte non ha seguito.

Nella pena sono inclusi 15 mesi di una condanna precedente con la condizionale per spaccio di droga, visto che l'imputato è tornato a delinquere durante il periodo di prova. Se le finanze dell'aspirante cuoco dovessero migliorare egli rischia di dover pagare caro il suo atto inconsulto. Dovrà infatti far fronte alle richieste di risarcimenti della vittima e dell'assicurazione. Inoltre dovrà accollarsi le spese giudiziarie.

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