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VALLESEGettò dell'acido in procura, pena confermata a un viticoltore

26.04.18 - 14:52
Il Tribunale federale di Losanna ha respinto il ricorso presentato dall'uomo: dovrà scontare la condanna a 21 mesi di carcere e sottoporsi a una misura terapeutica
Keystone
Gettò dell'acido in procura, pena confermata a un viticoltore
Il Tribunale federale di Losanna ha respinto il ricorso presentato dall'uomo: dovrà scontare la condanna a 21 mesi di carcere e sottoporsi a una misura terapeutica

SION - Dovrà scontare la condanna a 21 mesi di carcere e sottoporsi a una misura terapeutica il viticoltore vallesano che nel dicembre 2016 aveva versato del liquido contenente acido solforoso all'ingresso della Procura cantonale a Sion e aveva poi incendiato diversi veicoli parcheggiati nei pressi.

Nel ricorso presentato al Tribunale federale (TF) contro la sentenza emessa dal Tribunale penale federale (TPF) dopo il processo svoltosi nell'agosto 2017, l'uomo non ha negato di aver appiccato il fuoco, ma contestato l'entità della pena, nonché l'obbligo di sottoporsi ad una terapia in un istituto psichiatrico.

Nella sentenza pubblicata oggi, il TF sottolinea che la pena è situata nei limiti inferiori per simili casi. Tenendo conto delle turbe psichiche che affliggono il vignaiolo, il TPF ha inoltre ridotto da 36 a 21 mesi di carcere la condanna pronunciata in prima istanza.

Stando al perito psichiatrico ascoltato a Bellinzona, l'imputato soffre di una psicosi paranoide che richiede cure in un istituto specializzato, presenta un rischio di recidiva e potrebbe essere pericoloso per sé stesso o per altri. I giudici federali non hanno aderito alla tesi del ricorrente, che definiva lacunosa la perizia in questione.

Il pomeriggio del 5 dicembre 2016, l'uomo aveva versato il liquido con l'acido sul tappeto situato all'ingresso della Procura vallesana. Aveva poi dato fuoco a un'auto posteggiata nel parcheggio della Procura. Le fiamme si erano rapidamente estese a veicoli vicini.

Il vignaiolo 51enne, sposato e padre di due figli, era stato arrestato il giorno stesso. Durante il processo davanti al TPF ha affermato di aver voluto attirare l'attenzione del Ministero pubblico della Confederazione, perché non riusciva a ottenere giustizia da quello vallesano, dopo un'aggressione subita nel maggio 2012.
 
 

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