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ARGOVIAGravemente ammalata dopo l'attacco di una poiana

17.04.18 - 10:38
È bastato un graffio per permettere al batterio "Francisella tularensis" di mettere a rischio la vita di una donna, guarita dopo quasi un anno
Gravemente ammalata dopo l'attacco di una poiana
È bastato un graffio per permettere al batterio "Francisella tularensis" di mettere a rischio la vita di una donna, guarita dopo quasi un anno

AARAU - Era il marzo dello scorso anno quando una 41enne del cantone Argovia ha subito l'attacco di una poiana, in pieno giorno, mentre faceva jogging. Quello che all'inizio sembrava solo un piccolo graffio ha avuto conseguenze gravi e inattese per la sventurata. Ciò che ne è derivato, infatti, ha sorpreso anche i medici: la donna - come riporta oggi  l'Aargauer Zeitung - ha contratto un'infezione batterica dal Francisella tularensis, il parassita del coniglio.

Sei giorni dopo il graffio, la 41enne ha iniziato ad accusare dolori e febbre. I suoi linfonodi sul collo si sono gonfiati ed è stato necessario per lei recarsi da un medico. Il dottore, sospettando una meningite, le ha prescritto analgesici e antipiretici. Dopo tre giorni, non essendoci miglioramenti, la donna è stata ricoverata in ospedale. 

Qui i medici hanno riscontrato un'infezione virale del tratto respiratorio e linfonodi ingrossati dietro l'orecchio sinistro. La paziente è stata quindi sottoposta a una terapia di antidolorifici e antinfiammatori. Dopo cinque giorni, la donna ha lasciato l'ospedale senza essere guarita. 

Sono seguite altre visite dal medico di famiglia e nuovi farmaci. Quattro settimane dopo l'attacco, la donna è stata nuovamente ricoverata, questa volta presso l'ospedale cantonale di Baden, Dipartimento di infettivologia. È qui che i medici hanno subito sospettato che potesse trattarsi di tularemia (febbre dei conigli) riuscendo per la prima volta a capire l'origine delle sofferenze della donna. Solo dopo un trattamento intensivo con antibiotici, durato diverse settimane, è stata curata. In autunno l'ultimo gonfiore sul collo. Ci è voluto quasi un anno per farla ricominciare a correre. 

Secondo un rapporto dell'Archivio svizzero di medicina veterinaria non è mai stato documentato un caso di tuleramia provocato da rapaci aggressivi. La malattia, tuttavia, secondo l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è in aumento. Nel 2015 sono stati riscontrati 50 casi solo in Svizzera. Negli esseri umani la malattia si manifesta con febbre, infiammatoria progressiva del punto di ingresso e linfonodi ingrossati. Può portare alla morte nel 5/15 percento dei casi, se non trattata.

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COMMENTI
 

Wunder-Baum 5 anni fa su tio
Mai sottovalutare un graffio, sopratutto se causato da animali selvaggi

luganikos 5 anni fa su tio
La tularemia infatti è tornata al nord delle Alpi. È però un caso molto particolare che una persona venga aggredita da un rapace, che evidentemente poco tempo fa ha avuto contatto con un mammifero contaminato...
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